Una spesa sostenibile è possibile?

In che modo il cibo che mettiamo nel piatto incide sulla salute dell’ambiente? In molti modi. E se volessimo fare una spesa sostenibile, a cosa dovremmo fare attenzione? 

Ebbene sì: tutto ciò che mangiamo ha un impatto sul pianeta. Sapete che il cibo è il più grande contributore di emissioni di carbonio? Un concetto difficile da concepire. Come possono i nostri pranzi quotidiani influenzare l’intero pianeta?

Fare la spesa è un automatismo che ci sembra innocuo. Eppure con i nostri acquisti possiamo contribuire a proteggere o a danneggiare il nostro ecosistema. Una grande responsabilità, alla quale dobbiamo rispondere provando a fare una spesa il più possibile sostenibile.


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Una spesa sostenibile

Fare una spesa sostenibile significa innanzitutto comprare solo ciò di cui abbiamo bisogno, senza eccedere. Ma pensare alla sostenibilità mentre facciamo la spesa significa anche considerare altri fattori. Ad esempio la distanza che percorre un certo prodotto prima di arrivare sulla nostra tavola, e poi il modo in cui questo viene coltivato, lavorato, confezionato e commercializzato.

Come afferma lo scrittore e attivista del cibo Michael Pollan: “Abbiamo la tendenza a ritenere che quello che possiamo vedere è la cosa importante da guardare.”
Ma è il momento di dare un’occhiata anche a quello che c’è dietro, se vogliamo capire come fare una spesa sostenibile.


Locale e di stagione

Mangiare è un atto agricolo, lo diciamo sempre. Dalla terra alla tavola. Ma quando facciamo la spesa ci chiediamo da quanto lontano arriva il cibo che mangiamo? La distanza è un indicatore di sostenibilità. Il Guardian ha recentemente riferito che oltre la metà del cibo del Regno Unito proviene dall’estero. Ed è solo un esempio. Acquistare cibo che viene da lontano e fuori stagione allunga la nostra già complessa filiera alimentare, ci impoverisce tutti e ci dissocia dal ritmo stagionale del nostro ambiente agricolo.

Eh già: vi stiamo proprio dicendo che è il caso di rinunciare ai pomodori d’inverno. Facciamolo tutti e diamo l’esempio sui social, usando l’hashtag #iomangiostagionale.



Tecniche agricole sostenibili

L’uso di pesticidi, fertilizzanti chimici e altre tecniche di coltivazione intensiva, alias “agricoltura industrializzata” sta danneggiando il nostro suolo, la natura e il clima.
Questo è particolarmente evidente, ad esempio, negli allevamenti intensivi. Se decidiamo di essere carnivori scegliamo carne di provenienza locale, e produttori che rispettano il benessere animale. Ma teniamo a mente che mangiare meno carne riduce anche l’impronta di carbonio. Di tantissimo.


Fratelli Bosco vicino ai pomodori


Via dalla GDO: la sfida dei fratelli Bosco


Migliori prezzi per gli agricoltori

Scegliere il cibo più economico non sempre è la scelta giusta.

La strategia del sottocosto , ampiamente sfruttata dal marketing della GDO, ci ha fatto dimenticare il fatto che il cibo ha un valore molto più alto di quello di altri beni di consumo (ma spesso non scegliamo lo smartphone in base al prezzo, vero?). La politica del sottocosto strozza i produttori e li induce ad abbassare gli standard di produzione, facendo arrivare sulla nostra tavola cibo meno buono e meno sano. Recentemente i pastori sardi si sono armati organizzando delle proteste sul prezzo pagato per il latte dai supermercati, e tutti eravamo dalla loro parte. Ma poi le stesse persone hanno continuato a fare la spesa cercando il prezzo più basso ad ogni costo.

C’è qualcosa che non quadra.

Se li spingiamo a produrre solo cibo “economico”, gli agricoltori non potranno più guadagnarsi da vivere. A questo si aggiungerà anche la perdita di persone qualificate a coltivare. Con alcune nostre scelte di consumo stiamo mettendo a rischio la sostenibilità a lungo termine della produzione alimentare italiana.


Ridurre lo spreco

Dalle nostre fattorie, ai supermercati e alle nostre cucine, in Italia viene sprecato cibo per 15 miliardi di euro ogni anno. Eppure i supermercati tendono a creare in noi il falso mito dell’abbondanza a tutti i costi.

Se invece sceglieremo di fare la spesa dal contadino che ha raccolto l’insalata alle 5 di un mattino di pieno inverno, sicuramente la apprezzeremo di più – non la butteremo via con nonchalance e la assaporerermo in modo tutto diverso.


© Roberta Imbrò


La cucina zero sprechi, in cinque ricette!


Il potere è nelle nostre mani

I produttori non dovrebbero essere l’anello più debole della catena di approvvigionamento del cibo: tutto inizia con loro e sono loro le persone che ci nutrono quotidianamente. Tutti noi, se vogliamo fare una spesa sostenibile, dobbiamo supportare attivamente i produttori delle nostre comunità locali e sostenere le piccole botteghe.

Proprio come facevano i nostri nonni e quelli che ci hanno preceduto.
Perché quando incontri le persone che producono il tuo cibo, lo apprezzi di più. E che sia per fare due chiacchiere, per una gita in cascina o per la condivisione di una ricetta, conoscere la persona che produce il tuo cibo è un privilegio speciale.

Che ci rende fortunati, oltre che sostenibili.


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Riguardo a

Simona Cannataro

Calabrese trapiantata a Torino, studia e lavora nella comunicazione fino a quando la passione per il cibo buono non la porta dritta all’Alveare che dice Sì! Quando non si occupa di postare sui social e scrivere sul blog, viaggia in Vespa alla ricerca di nuovi posti dove andare a mangiare.

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