Piace davvero a tutti, il latte di mandorla. Perché sa di infanzia, di buono, di bella stagione, di spiaggia e di amori estivi. Almeno per me.
E se per voi le associazioni mentali sono diverse, sono sicura che però l’amore che provate per lui è lo stesso.
E cosa accadrebbe poi se vi dicessi che oggi il latte di mandorla lo facciamo insieme, in casa?
Se l’idea invece non vi stimola il romanticismo, sarete comunque conquistati dalla sua ricchezza di vitamine (A, B, C ed E) e di sali minerali (potassio, fosforo, magnesio). Il contenuto di grassi invece equivale a quello del latte vaccino parzialmente scremato.
Che dire invece del latte di mandorla già pronto? Costosi mattoni di cartone, più carichi di additivi e conservanti che di mandorle. Il latte fatto in casa invece è una bevanda viva. Non c’è bisogno di stabilizzarla in modo che percorra centinaia di chilometri in un camion. Conservato in frigo, dovrà essere bevuto entro tre o quattro giorni.
Prima di iniziare però, dovremo immergere le mandorle dodici ore nell’acqua: il processo di germinazione avrà così inizio e le mandorle riprenderanno piano piano vita. Il risultato finale sarà così più digeribile e ricco di nutrienti.
Mescolate le mandorle con un po’ d’acqua per iniziare, e poi aggiungete gradualmente la quantità rimanente. Mixate e filtrate poi il tutto usando un canovaccio pulito. Tenete l’okara (la parte solida delle mandorle rimanente) da parte e il liquido trasferitelo invece nella bottiglia.
Miscelate quattro cucchiai di purea di mandorle in un vasetto con un litro d’acqua.
Lo stesso procedimento può essere fatto sostituendo le mandorle con noci, anacardi, pistacchi, nocciole, semi di sesamo, semi di girasole o di zucca, arachidi, castagne cotte… da soli o mixati a vostro piacimento.
Potete aggiungere un cucchiaio di miele o sciroppo d’acero al latte, o le vostre spezie preferite per dare un diverso sapore al tutto.
Ricco di fibre e proteine, questo prezioso ingrediente può essere usato come sostituito delle uova: contate un cucchiaio di okara e due di acqua come equivalente di un uovo. Per conservarlo invece in dispensa, infornatelo a bassa temperatura su un piatto finché non si è asciugato correttamente. Prendete la polvere di mandorle ottenuta e conservatela in barattolo. Gli utilizzi sono davvero infiniti, sia in preparazioni dolci che salate.
Mescolate 120 grammi di okara con 120 grammi di farina, due o tre cucchiai di semi oleosi (girasole, sesamo nero, arachidi …), zucchero o miele o un po’ di olio evo a vostro piacimento, semi, uvetta, cacao … Quindi creare una quenelle con le mani o aiutandovi con due cucchiai, appiattire leggermente e cuocere a 180 ° C per 25 minuti almeno. Più lunga è la cottura, più secco sarà il biscotto.
In assenza di una data di scadenza rigida, il naso prende il comando. Se il latte inizia a fermentare in bottiglia, e non siete amanti dello spumante, è il caso di lasciarlo andare. Idem se avvertiamo un odore dubbio. Ma tanto la bevanda è così buona che si consuma in fretta!
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grazie, estremamente interessante!
Grazie a te! 🙂