Latte di mandorla fatto in casa

Piace davvero a tutti, il latte di mandorla. Perché sa di infanzia, di buono, di bella stagione, di spiaggia e di amori estivi. Almeno per me.

E se per voi le associazioni mentali sono diverse, sono sicura che però l’amore che provate per lui è lo stesso.

E cosa accadrebbe poi se vi dicessi che oggi il latte di mandorla lo facciamo insieme, in casa?


latte di mandorla

© Justine Knapp


Se l’idea invece non vi stimola il romanticismo, sarete comunque conquistati dalla sua ricchezza di vitamine (A, B, C ed E) e di sali minerali (potassio, fosforo, magnesio). Il contenuto di grassi invece equivale a quello del latte vaccino parzialmente scremato.


© Justine Knapp


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Una bevanda viva

Che dire invece del latte di mandorla già pronto? Costosi mattoni di cartone, più carichi di additivi e conservanti che di mandorle. Il latte fatto in casa invece è una bevanda viva. Non c’è bisogno di stabilizzarla in modo che percorra centinaia di chilometri in un camion. Conservato in frigo, dovrà essere bevuto entro tre o quattro giorni.


Prima di iniziare però, dovremo immergere le mandorle dodici ore nell’acqua: il processo di germinazione avrà così inizio e le mandorle riprenderanno piano piano vita. Il risultato finale sarà così più digeribile e ricco di nutrienti.


© Justine Knapp

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Gli strumenti del mestiere

  • Un panno pulito
  • Un mixer
  • Una bottiglia di vetro

La lista degli ingredienti

  • 100 grammi di mandorle precedentemente immerse in acqua per 12 ore
  • tra 700 ml e 1 litro di acqua (a seconda della concentrazione desiderata)

Una ricetta espressa

Mescolate le mandorle con un po’ d’acqua per iniziare, e poi aggiungete gradualmente la quantità rimanente. Mixate e filtrate poi il tutto usando un canovaccio pulito. Tenete l’okara (la parte solida delle mandorle rimanente) da parte e il liquido trasferitelo invece nella bottiglia.


E se avete ancora più fretta…

Miscelate quattro cucchiai di purea di mandorle in un vasetto con un litro d’acqua.


Per i più creativi

Lo stesso procedimento può essere fatto sostituendo le mandorle con noci, anacardi, pistacchi, nocciole, semi di sesamo, semi di girasole o di zucca, arachidi, castagne cotte… da soli o mixati a vostro piacimento.

Potete aggiungere un cucchiaio di miele o sciroppo d’acero al latte, o le vostre spezie preferite per dare un diverso sapore al tutto.



Mi avanza l’okara: cosa ne faccio?

Ricco di fibre e proteine, questo prezioso ingrediente può essere usato come sostituito delle uova: contate un cucchiaio di okara e due di acqua come equivalente di un uovo. Per conservarlo invece in dispensa, infornatelo a bassa temperatura su un piatto finché non si è asciugato correttamente. Prendete la polvere di mandorle ottenuta e conservatela in barattolo. Gli utilizzi sono davvero infiniti, sia in preparazioni dolci che salate.

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Altrimenti, fateci i biscotti.

Mescolate 120 grammi di okara con 120 grammi di farina, due o tre cucchiai di semi oleosi (girasole, sesamo nero, arachidi …), zucchero o miele o un po’ di olio evo a vostro piacimento, semi, uvetta, cacao … Quindi creare una quenelle con le mani o aiutandovi con due cucchiai, appiattire leggermente e cuocere a 180 ° C per 25 minuti almeno. Più lunga è la cottura, più secco sarà il biscotto.

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La data di scadenza e quel “preferibilmente” che fa la differenza


Quanto si conserva il latte di mandorla?

In assenza di una data di scadenza rigida, il naso prende il comando. Se il latte inizia a fermentare in bottiglia, e non siete amanti dello spumante, è il caso di lasciarlo andare. Idem se avvertiamo un odore dubbio. Ma tanto la bevanda è così buona che si consuma in fretta!


 

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Riguardo a

Simona Cannataro

Calabrese trapiantata a Torino, studia e lavora nella comunicazione fino a quando la passione per il cibo buono non la porta dritta all’Alveare che dice Sì! Quando non si occupa di postare sui social e scrivere sul blog, viaggia in Vespa alla ricerca di nuovi posti dove andare a mangiare.

commenti

  1. grazie, estremamente interessante!

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