Lampone, vaniglia, mora, frutti di bosco, cioccolato… la corsia del supermercato dedicata ai prodotti per l’igiene della persona è una delle più gustose del supermercato. Basta pensare alle varianti di bagnoschiuma per farsi venire l’acquolina in bocca.
E che dire delle possibilità di scelta tra shampoo, balsamo, maschere e impacchi? Per capelli sfibrati, stanchi, spenti, ricci, lisci, ribelli, colorati, difficili, lunghi, corti… ce n’è per tutti i tipi, tutti gusti e tutte le tasche.
Solo imparando a decifrare gli Inci (International nomenclature of cosmetic ingredients, le etichette dei prodotti cosmetici, per intenderci) si comprende quanto le promesse della modella parruccona sulla confezione siano in realtà pericolosissimi specchietti per le allodole.
La maggior parte dei prodotti utilizziamo quotidianamente in bagno contengono in realtà sostanze tossiche, allergeniche, irritanti, potenzialmente cancerogene e non biodegradabili.
Ma quali sono queste sostanze?
I petrolati, che negli Inci dei prodotti trovate sotto i nomi di mineral oil, petrolatum, paraffinum liquidum, vaselin, vaselina e che sono veri e propri derivati del petrolio, tra le cause principali di dermatiti, impurità, allergie e – udite udite – incidenza dei tumori.
O ancora: tensioattivi (SLS Sodium Lauryl Sulfate, SLES Sodium Laureth Sulfate, Amonium Lauryl Sulfate, TEA Lauryl Sulfate, Magnesium Laureth Sulfate, MEA Laureth Sulfate); emulsionanti (PEG e PPG) causa di arrossamenti, disidratazione, allergie, pelle secca, capelli grassi o indeboliti e forfora; siliconi (dimethicone, cyclopentasiloxane, cyclomethicone, phenyl dimethicone, diphenyl dimethicone, cyclohexasiloxane e phenyl trimethicone) che incredibile a dirsi funzionano esattamente come il silicone utilizzato per riparare la doccia: creano una barriera impermeabile che, impedendo la traspirazione cutanea, procura una falsa sensazione di setosità donando invece alla pelle secchezza e disidratazione.
Per non parlare dei parabeni (propylparaben, methylparaben, ethylparaben, isobutylparaben, butylparaben, benzylparaben) che di bene non fanno assolutamente nulla. Al contrario queste sostanze, utilizzate come conservanti nell’industria cosmetica, farmaceutica e alimentare, con funzione battericida e fungicida, possono essere causa di dermatiti e allergie. L’Unione Europea li ha classificati come potenziali interferenti endocrini (in grado di alterare l’equilibrio ormonale).
E si potrebbe continuare a lungo: sali di alluminio, profumi di sintesi, coloranti artificiali, cessori di formaldeide, ftalati, gli alchilfenoli, nonilfenoli e chi più ne ha più ne metta!
Anzi, no.
Iniziamo a togliere! E a comprare prodotti che davvero rispettano il nostro corpo e magari anche l’ambiente, visto che ogni sostanza che utilizziamo va a finire negli scarichi e quindi direttamente in mare, andando a inficiare non solo sulla nostra salute ma anche su quella degli altri abitanti del pianeta.
Le alternative, più sane, economiche e ecologiche sono davvero a portata di mano!
Vediamo insieme quali.
Un buon sapone di Aleppo, l’antenato del sapone di Marsiglia fatto con olio di oliva e di alloro, è ottimo sia come bagnoschiuma che come shampoo si può comprare al pezzo, senza imballaggi. Non inquina e non fa danni alla nostra pelle.
Il costo varia dai 6 ai 10 euro, ma non ve ne pentirete, prima di tutto perché non sarà più necessario prendere una miriade di detergenti diversi e poi perché i risultati sono davvero sorprendenti. Anche per chi ha la forfora, dermatiti o capelli grassi.
Per quanto riguarda il deodorante, autoprodurlo è un gioco da ragazzi: basta unire 4 cucchiai di bicarbonato di sodio a 2 cucchiai di amido di mais e 15 gocce di Tea Tree Oil (l’olio essenziale che deriva dalla pianta della Melaleuca alternifolia, ottimo come antisettico e antibatterico), mescolare e versare il tutto in un contenitore di vetro vuoto o in un vecchio barattolo del talco. Si può spalmare con le mani o con un piumino da cipria.
Tempo di produzione? 30 secondi. Costo? 40 centesimi. Risultato? Assicurato!
Stesso discorso per il dentifricio: basta unire 4 cucchiai di argilla bianca con 1 cucchiaio di bicarbonato di sodio e 15 gocce di olio essenziale di menta (o tea tree oil o limone), aggiungere un po’ di erbe aromatiche (salvia, timo) e chiodi di garofano e mettere il tutto in un barattolino di vetro con chiusura ermetica. Per chi non volesse sperimentare l’autoproduzione può comunque acquistare dentifrici naturali, evitando le marche commerciali e gli ingredienti che contengono.
Per lo struccante invece non ci sono problemi perché per ripulirsi dal trucco basta utilizzare dell’olio di mandorle o di jojoba diluito con un po’ d’acqua. Ma se ci si trova fuori casa va bene anche un qualsiasi olio alimentare. Il risultato è incredibile: non rimane un filo di trucco e la pelle è super idratata.
L’olio di Neem (estratto dalle foglie e dai frutti della pianta chiamata Azadirachta indica, che ha proprietà antivirali, antibatteriche, antiparassitarie, antisettiche e antifungine) è invece un efficace repellente per gli insetti e dopo-puntura. Puzza un po’ ma i risultati sono eccezionali!
Il gel di Aloe Vera invece sostituisce la crema, è ottimo sulle scottature, come rinfrescante e come doposole.
Se infine volete farvi uno scrub basta unire del buon olio (magari di mandorle) con del sale fino (o dei fondi di caffè) e il gioco è fatto. La vostra pelle vi ringrazierà, l’ambiente e il portafoglio anche.
Per approfondire vi suggerisco di leggere il libro Cambio Pelle in 7 Passi – Come rivoluzionare la cura del corpo in modo semplice e naturale di Lucia Cuffaro (o visitare il sito www.autoproduciamo.it da dove ho preso le ricette). Ma soprattutto vi consiglio di iniziare a utilizzare il Biodizionario: basta inserire gli ingredienti sospetti e un sistema di semafori rossi, verdi e gialli vi indicherà il grado di dannosità di una certa sostanza. Allerta massima per i primi cinque ingredienti nell’INCI, perché rappresentano il 50/80% del totale: fondamentale che il semaforo sia verde.
Elena Tioli nel 2017 ha pubblicato il libro Vivere senza supermercato (Terra Nuova edizioni) in cui racconta la sua avventura fuori dalla grande distribuzione organizzata.
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Spero che questi consigli vengano messi in pratica, io produco tutto in questo modo e insegno a farlo, ma spesso mi guardano con commiserazione ….però continuo