Il Gestore a cui diamo la parola oggi è un po’ speciale: Claudia, infatti, oltre a gestire l’Alveare di Cuorgnè, lavora anche nel team centrale dell’Alveare che dice Sì! Cibo e natura sono le sue passioni, l’ambientalismo un impegno, e da qualche mese è anche diventata una mamma rifiuti-zero.
Potevamo esimerci dal chiederle come fa? A lei la parola!
Chi mi conosce un poco sa quanto sia sempre stata “fissata” con la riduzione dei rifiuti. Se per caso qualcuno fosse così sfortunato da dover venire a fare acquisti insieme a me sarebbe tempestato sicuramente da “No, questo no, guarda quanto imballaggio in plastica” e “Davvero stai comprando delle cannucce? Ma non lo sai quanto inquinano?”
Eh già, avere a che fare con chi segue la filosofia Rifiuti Zero è difficile quanto istruttivo. Ma anche noi “fissati” abbiamo i nostri scogli da superare. Il primo e più grande per me è stato diventare una mamma Rifiuti-Zero.
Avere una famiglia e cercare di non sprecare sembra davvero un’impresa titanica. Qui di seguito troverete 5 consigli utili per una famiglia a Zero Sprechi che vi cambieranno la vita (e in qualche caso, daranno una mano anche al portafoglio!)
Una delle prime opzioni da valutare e anche quella che crea più problemi ai neo-genitori!
In realtà gestire i pannolini lavabili è davvero semplice e, a fronte di un investimento iniziale di 200 -300 €, il risparmio che in termini economici è altissimo.
Se si fa un rapido calcolo si nota subito quanto i pannolini siano una delle voci di spesa più alte quando si ha un neonato in casa: la spesa solo nel primo anno di vita ammonta a circa 1000€, ed è quasi da raddoppiare se si calcola che in media un bambino viene “spannolinato” più o meno nel secondo anno di vita.
I pannolini non possono essere riciclati (anche se da poco si sta testando il primo impianto per il riciclo di pannolini e assorbenti in Italia) e si stima che rappresentino il 3% dei 32 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti ogni anno in Italia.
I pannolini lavabili al contrario si possono utilizzare fin dalla nascita e spesso per diversi figli, si trovano anche usati online e ormai sono prodotti in fantasie così carine che ti non hanno nulla a che vedere con i vecchi ciripà!
Per lavarli basta avere una lavatrice e un detersivo (pochissimo!) senza enzimi, si possono mettere con il bucato del bimbo e…il gioco è fatto!
Un capitolo a parte è da dedicare ai pannolini compostabili, prodotti in bioplastica e materiali naturali: le marche sono poche ma possono essere utili nei momenti in cui si ha bisogno della comodità di un pannolino usa e getta, magari in viaggio o durante la notte. Non tutti i comuni sono attrezzati per compostare questo tipo di pannolini, bisogna quindi chiedere al comune di competenza, altrimenti vanno comunque conferiti nell’indifferenziato.
L’industria del “baby food” è molto sviluppata: al supermercato si trovano mille omogeneizzati, pastine, farine eccetera. Per quanto siano comodi (e ammetto, li compro anche io in minima parte), i bambini piccoli possono mangiare senza problemi quello che mangiano i genitori. Ovviamente bisogna avere qualche accortezza: all’inizio del divezzamento soprattutto frullare, cucinare senza sale e seguire comunque le indicazioni del pediatra. Insegnare ai figli come mangiare tutto è sicuramente una buona abitudine ed anche qui il portafoglio ne guadagna. Per approfondire è interessante l’articolo di UPPA a riguardo.
Quando hai in mano la prima tutina che regalerai al tuo bambino non ci pensi, ti godi il momento, immagini il frugoletto che ci sarà dentro…Sai però che quella tutina la userai solo un paio di mesi? E dopo?
Dal momento in cui dichiarerai al mondo che nella famiglia ci sarà una boccuccia in più da sfamare inizierai a ricevere quintali di regali e la maggior parte saranno vestiti!
L’unica regola in questo caso è quindi quella di non acquistare, o farlo solo se necessario. Chiedi ad amici e parenti che hanno figli poco più grandi se possono prestarti quello che hanno in casa (vi assicuro che il più delle volte saranno ben felici). Vedrai che avrai presto a disposizione un armadio da fare invidia alle dive di Hollywood!
Quando crescono la situazione può essere più complicata: giocando i vestiti si rovinano molto di più, in questo caso si possono vendere o prestare quelli ancora utilizzabili e riciclare gli altri, cercando su internet si possono trovare mille idee!
Senza dubbio i prodotti per l’igiene dei bimbi sono tra quelli più acquistati e anche quelli che arrivano con più imballaggi. La realtà è che la maggior parte non ci servono proprio!
Per la pelle delicata si può utilizzare l’amido di riso: 500 gr di amido costano davvero poco e si possono ricercare le marche che hanno un imballaggio sostenibile (cartone o vetro). Mentre per i capelli perché non affidarsi agli shampoo solidi? Si usano come una saponetta e sono adatti anche alla cute dei più piccoli.
In un mondo in cui sembra che non possiamo fare a meno di “possedere” delle cose si rischia di essere anche scortesi, ma dire un fermo “NO” è il miglior modo per preservare il futuro dei nostri figli.
Una mamma rifiuti-zero saprà dire no ad una cannuccia offerta al bar, no a mille giochi di plastica per Natale (prediligendo magari un regalo un po’ più grosso e di legno), no alle merendine confezionate.
Si può dire (e bisogna dire!) no a tutto quello che ci sembra inutile.
Si stima che nel 2050 ci sarà più plastica nel mare che pesci.
È nostro dovere ridurre gli sprechi ed i rifiuti che ogni giorno produciamo ed è solo con il nostro esempio che i nostri figli potranno fare altrettanto.
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