Il web inizia ad esserne pieno ormai: arance pre-sbucciate e uova sode già spellate iniziano ad essere sempre più presenti nei nostri banchi frigo e vuoi per pigrizia, vuoi per comodità, sempre più persone acquistano questi prodotti. Questo fenomeno però ha un nome, che lo fa estendere anche ad altri nostri tipi d’acquisto: l’overpackaging.
Quali sono nel dettaglio i 5 prodotti resi più inquinanti dall’overpackaging?
5. Le uova soda spellate
E niente, se una volta farsi un uovo sodo era la cosa più semplice del mondo, (se lasciamo perdere la parte del tempo di cottura, su cui ci sono 20000 teorie diverse) pare proprio che la pigrizia dell’uomo sia più forte della facilità. Ecco quindi comparire al supermercato le uova sode, perfette, bianche, senza guscio, già cotte ma soprattutto…piene di imballaggi!
Cartone e plastica per contenere delle uova che, se prese dal nostro contadino di fiducia, di solito sono imballate con della vecchia carta da giornale o vecchie scatole portauova che magari ne hanno già contenute diverse dozzine… Insomma, ci piace proprio inquinare.
4. Frutta già sbucciata
Ha fatto il giro del mondo la foto del supermercato americano Whole Food (catena che si ripromette di essere sostenibile e vende principalmente alimenti bio) che ha messo in vendita delle arance senza buccia conservate in contenitori di plastica. La “tweetstorm” inizia da una consumatrice che posta la foto con la didascalia “Ah, se solo la natura trovasse un modo per coprire queste arance così non dovremmo sprecare così tanta plastica…”.
Whole Food, è subito passato all’azione e ha ritirato il prodotto (che era in vendita a circa 6,00 $) chiedendo scusa agli acquirenti. Spezziamo anche una lancia a suo favore però, la tempesta di tweet a portato alla luce un problema a cui non tutti avevano pensato: molti acquirenti di questo prodotto erano persone che soffrivano di artrite reumatoide, che rende quasi impossibile il gesto di pelare arance o mandarini. La giustizia, come la verità, sta nel mezzo è magari sarà possibile per questa azienda concepire un packaging più ecologico e che tuteli anche chi non può fare a meno di acquistare arance e mandarini senza buccia.
2. I cosmetici con microplastiche
I cosmetici in sè hanno già spesso confezioni difficili da riciclare: plastica e carta confezionate in altra plastica e carta. Ma sappiamo anche quanto inquina il loro contenuto?
Alcuni studi hanno dimostrato che solo in Europa, ogni anno 5000 tonnellate di microplastiche che derivano da cosmetici, sono disperse in mare. Proprio per arginare il fenomeno, in Italia è nata una proposta di legge per eliminarle dai cosmetici più inquinanti.
Volete dare una mano anche voi a salvare il nostro mare? Evitate di acquistare dentifrici e scrubs che contengono nell’INCI (la lista degli ingredienti) microsfere di polietilene !
1. Il caffè in capsule
Eccoci qua, siamo proprio alla frutta, anzi no, al caffè!
Il caffè in capsule è ormai sempre più utilizzato negli uffici ma anche in casa, il piccolo problema è che le capsule sono una delle cose più inquinanti al mondo! Infatti sono quasi impossibili da riciclare, perché fatte con una miscela di plastica e alluminio a cui si aggiungono i sedimenti organici di caffè che rendono impossibile lo smaltimento agli impianti.
La soluzione è già arrivata tempo fa: alcune aziende produttrici di capsule hanno convertito la loro produzione creando capsule biodegradabili al 100%, in questo modo non solo saranno riciclate ma finiranno nelle nostre compostiere, a concimare le nostre piantine! <3
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