Che ne dite di consumare meno per vivere meglio? Il minimalismo è uno stile di vita intelligente che mette in discussione la società dei consumi e incentiva lo sviluppo personale. Conosciamolo meglio!
I soldi non fanno la felicità, sapete come si dice. Va bene, contribuiscono, ma al di sopra di una certa somma, le variabili felicità e denaro non sono più correlate… Potremmo raccontarvi la storia della malvagia società dei consumi che ci incita a comprare sempre di più per sprecare denaro a oltranza, ma voi la conoscete già e sarete certamente d’accordo. Questo è un bene, perché il minimalismo è lo stile di vita che parte da questa constatazione ed è in linea con le teorie della decrescita e dell’abbondanza frugale.
Qual è il concetto del minimalismo? Il principio è quello di accontentarsi di poco, di sbarazzarsi di ciò che è superficiale per potersi dedicare all’essenziale e fermare gli attacchi di shopping compulsivo che ci spingono come drogati ad acquistare ciò che non ci serve. Il minimalismo è vivere nell’essere, piuttosto che nell’avere.
<< Afferrare ogni oggetto che si possiede e conservare solo ciò che ci suscita un’emozione positiva>>
E questo attraversa tutte le sfere della vita. Non avete forse degli armadi pieni di vestiti che non mettete mai o una cucina piena di utensili utilizzati raramente? Un armadietto pieno di cosmetici inutilizzati? Con il minimalismo, tutto questo ha una fine!
Ci si sbarazza di tutto ciò che non è davvero importante per noi, per essere felici. Lo si dà via, si fa spazio. Molti, ispirati dal minimalismo, hanno acquistato Il magico potere del riordino di Marie Kondo come libro di riferimento, un best seller venuto dal Giappone che ci aiuta a riordinare. Uno dei metodi dell’autrice? Afferrare ogni oggetto che si possiede e conservare solo ciò che ci suscita un’emozione positiva. Beh, con questo metodo mancava poco che gettassi lo scopino del water e lo stendino, ma in generale funziona abbastanza bene.
Tornare all’essenziale significa anche mettere in discussione il nostro rapporto con la produzione di rifiuti: ridurre il numero di oggetti che possediamo significa anche mettere in discussione ciò che buttiamo via. E per questo, ci sono movimenti come quello della rete zero waste. Se non lo conoscete, vi invitiamo a cominciare dai loro primi passi.
Ricordiamo che questa grande pulizia di primavera non passa solo attraverso la nostra casa. Convertirsi al minimalismo significa anche riflettere sul nostro legame con l’informazione, con le nuove tecnologie (veloce, chiudi quelle 10 schede!), sulle nostre relazioni sociali e sulla globalità delle nostre attività quotidiane. Cos’è veramente necessario per essere felici?
Gli effetti del minimalismo sulla vita di tutti i giorni sono piuttosto benefici. Ordinando le proprie cose e rifiutando di comprare degli oggetti inutili, ci si disintossica poco per volta sia materialmente sia psicologicamente. Perché svuotare i propri armadi significa anche liberare la propria mente. Con il passare del tempo, il materialismo diventa un brutto ricordo e ci si accorgerà che gli oggetti ai quali siamo veramente attaccati si possono contare sulle dita di una mano.
Non dovremo più scegliere tra le 20 magliette e le 10 paia di scarpe. Dato che abbiamo conservato solo le nostre preferite, ogni giorno risparmiamo molto tempo e possiamo investire le nostre energie in attività che ci piacciono come coltivare le relazioni sociali, le attività artistiche o culturali.
E poiché consumiamo meno, spendiamo meno. Non c’è bisogno di una laurea in economia per capire questo. Così possiamo compiacerci con oggetti più costosi e di migliore qualità che in più hanno un impatto sociale ed ecologico positivo.
Quindi sì, è vero, è più facile a dirsi che a farsi. Perché i saldi, perché la pubblicità, perché quelle scarpe in vetrina sono troppo belle. Ma dal momento che non diventeremo santoni anticonsumisti dall’oggi al domani, possiamo sempre cominciare regalando una borsa di vestiti a Humana. Quando vedrete i benefici che porta, di sicuro continuerete!
E chissà, forse un giorno diverrete dei fanatici del minimalismo, come quegli americani che accettano la 100 things challenge e vivono con soli 100 oggetti?
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