Semenzai di recupero

Mangiate uova! Srotolate la carta igienica e la carta assorbente! L’ora della semina è finalmente arrivata. E ovviamente avremo bisogno di semenzai dove far sviluppare le nostre amate piantine.

E dato che a noi piace recuperare un po’ tutto, ecco qui le istruzioni per far crescere i semi in modo artistico e riciclando materiali di scarto.

(Leggi anche: Pallet, mon amour!)


Il richiamo del verde è forte? La tentazione di correre sul balcone a fare i giardinieri vi solletica? Dovrete resistere ancora un po’ se volete cimentarvi direttamente all’esterno… Ma nel frattempo perché non iniziare in casa?


semenzaio di recupero

© Olivier Cochard


Semenzai di carta assorbente

Il principio: seminare direttamente in dei fogli di carta assorbente

Se molte persone raccolgono e fanno seccare i semi di zucca, da sgranocchiare poi davanti all’ultima serie di Netflix, ancora poche persone recuperano i semi dei pomodori. Va da sé, privilegiate pomodori biologici e di varietà antiche, e fatelo quindi a fine estate, prima che questi saporitissimi frutti diano spazio a cavoli e mele!
Tagliate i pomodori in due e depositate i semi su un foglio di carta assorbente. Lasciate seccare il tutto per una dozzina di ore. Mettete poi il tutto in una vaschetta riempita di terra per sementi, coprite la carta con la stessa terra e mettete via la vaschetta.

Quando la bella stagione arriverà non vi resterà che travasare e bagnare abbondantemente!


semenzai

© Olivier Cochard


Semenzai vas-igienici

Il principio: realizzare dei vasetti con i rotoli di carta igienica

Riducete ancora i vostri rifiuti con questa astuzia: riciclate i rotoli di carta igienica creando piccoli vasi. Per cominciare, tagliate i rotoli in due nel senso della larghezza. Per realizzare il fondo del vasetto, intagliate 4 volte l’estremità del rotolo, e ripiegate le linguette che si creano. Inserite infine i vasetti in una confezione di uova, tanto per continuare a ridurre gli sprechi.

La cosa straordinaria, oltre alla riduzione degli sprechi di carta, è che quando la piantina spunta e inizia a crescere, questi vasetti potranno essere inseriti direttamente nella terra. In effetti, con l’umidità dell’acqua il cartone si sfalda e le radici passano senza problema: nessuno stress per le piante e un tasso di successo del rinvaso che si avvicina al 100%. Se considerate che il tutto piace anche ai bimbi, che lo trovano semplice e divertente, capirete che abbiamo fatto tombola!


semenzaio gusci d'uovo

© Olivier Cochard


Semenzai nelle uova

Il principio: servirsi dei gusci dell’uovo come vasetti

Eh sì, anche i gusci delle uova sono ottimi vasetti per piantare i semi! Non dimenticate però di fare un buchino sul fondo del guscio, per favorire il drenaggio dell’acqua. Una volta che la pianticella è abbastanza alta trasferite il vostro semenzaio in un vaso, non senza aver prima rotto un po’ il guscio. Anche in questo caso il rinvaso è immediato e riesce perfettamente. E non solo: attraverso i gusci fornirete una buona dose di calcio alle vostre piante!

(Leggi anche: Uova: guida all’acquisto e al consumo consapevole)


Abbiamo seminato: e ora?

Ci siamo: le piantine che spuntano nei vostri micro-vivai hanno messo le prime foglioline? Non piantatele direttamente fuori, ma abituatele pian piano alle temperature più fresche: anche loro soffrono di choc termici!

Mettete dunque i vostri vasetti sul balcone per qualche ora, nelle ore più calde della giornata. E ripetete l’operazione diversi giorni (già immagino le smorfie all’idea di “portare a spasso” le piantine! Ma fatelo lo stesso: è utilissimo).

(Leggi anche: Un orto a misura di tisana)

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L’arte della semina

Eh già, seminare è una nobile arte! Per i semi più grossi, fate un buco nella terra con una matita o un pennarello. I semi più piccoli invece appoggiateli sul terriccio e smuovetelo appena. Piantate 2 o 3 semi, in modo da selezionare poi le piantine migliori. Ricoprite con un sottile strato di terriccio. Compattate il tutto premendo con le dita e spruzzate regolarmente con un po’ d’acqua da uno spruzzino, in modo che i semi siano sempre in contatto con terriccio umido. Mettete poi i vasetti in un posto soleggiato (dietro ad una finestra ad esempio): la natura farà il resto.


semi da piantare

© Olivier Cochard


Oh partigiano, portami un seme!

Parliamo ora di semi… se da un lato è molto facile procurarsi semi in vivai cittadini, dall’altra è sicuramente più interessante cercare semi da orti biologici coltivati artigianalmente. Perché se diciamo spesso che l’atto del mangiare è assimilabile a un voto politico, è altrettanto vero che coltivare è fare resistenza!

(Leggi anche: Agroecologia, questa (bella) sconosciuta)


Quante volte ancora dobbiamo ancora ricordare che le sementi che si trovano in commercio provengono da laboratori delle più grandi multinazionali che, dopo aver selezionato le piante su dei criteri di rendimento produttivo, gli fanno subire una bella gamma di trattamenti chimici (pesticidi, concimi chimici…)? Pensate che sono appena 5 le multinazionali che possiedono più del 75% delle sementi per ortaggi. E ricordate che le sementi di varietà antiche diventano sempre più rare, a discapito di sementi da laboratorio che originano piante sterili! Per non parlare dei frutti che ne escono: meno gusto ma gonfi d’acqua. Eh no, la quantità non fa la qualità.
Privilegiamo quindi semi autoctoni, provenienti da un’agricoltura artigianale e biologica!

(Leggi anche: Viva i contadini custodi, protettori della biodiversità!)


E mentre lo fate pensate a quanto dicevamo prima: coltivare è ormai un atto di Resistenza!


 

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Riguardo a

Simona Cannataro

Calabrese trapiantata a Torino, studia e lavora nella comunicazione fino a quando la passione per il cibo buono non la porta dritta all’Alveare che dice Sì! Quando non si occupa di postare sui social e scrivere sul blog, viaggia in Vespa alla ricerca di nuovi posti dove andare a mangiare.

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