10 Consigli per vivere senza supermercato

Pensate che vivere senza supermercato sia impossibile, difficilissimo, dispendioso o complicato? In realtà è molto più facile a dirsi che a farsi. Basta un pizzico di senso pratico, una manciata di sana motivazione, qualche dritta giusta, la voglia di mettersi in discussione, un paio di buoni incontri ed ecco la ricetta perfetta per dire addio alla grande distribuzione organizzata e entrare nel magico mondo del consumo critico, solidale e locale.

supermercato

La cosa più difficile da fare è modificare le abitudini di consumo. Il resto è tutto in discesa!


1. Mettere in discussione le proprie abitudini

Più forte del desiderio c’è solo l’abitudine, si dice. Ed è vero. Assuefatti dalla nostra routine è molto difficile abbandonare le care e rassicuranti certezze. Tra queste senza dubbio vi sono i consumi. Irrinunciabili finché non si sperimentano nuove buone pratiche, facili e divertenti. Vi ritroverete quindi in un batter d’occhio a non poter più fare a meno del vostro deodorante autoprodotto (in 30 secondi e con soli 70 centesimi!) e rinunciare alla vostra lista della spesa compilata comodamente dal divano di casa vi sembrerà un affronto.

(Leggi anche: Tre ricette di bellezza fatte in casa)


schiscetta


2. Imparare a leggere l’etichetta

La consapevolezza è la prima finestra sul cambiamento. Una volta che avrete imparato a tradurre quelle parole astruse e illeggibili, niente sarà più come prima! Lì, sul retro delle confezioni, c’è quasi tutto quello che il consumatore dovrebbe sapere per scegliere con coscienza e decidere – il più delle volte – di non acquistare.

(Leggi anche: Etichette alimentari: farsele amiche in poche mosse)


3. Impostare una sana selezione all’ingresso (del carrello)

Basta far entrare di tutto nelle nostre case! Decidere di boicottare i prodotti che arrivano da zone in cui non sono garantiti i diritti dei lavoratori o dell’ambiente, quelli che hanno percorso migliaia di chilometri, il cibo spazzatura, la frutta e la verdura fuori stagione e quella coltivata con pesticidi, le merci con molti imballaggi e quelle supportate da pubblicità ingannevoli, è la miglior selezione che si possa fare quando si va a fare la spesa. E se state pensando che facendo questa cernita non potrete più acquistare nulla… vi sorprenderete di quanto in realtà non sia così!

(Leggi anche: Uova: guida all’acquisto e al consumo consapevole)


4. Scovare le realtà locali della propria zona

Mercati, piccoli produttori, botteghe di quartiere… molto spesso si tratta di realtà che non hanno grandi insegne, non intasano le cassette della posta di volantini, non fanno pubblicità sui media. Ma esistono! E sono tante! E sono bellissime perché permettono di costruire relazioni che vanno altre all’acquisto: relazioni in cui produttori e consumatori stanno dalla stessa parte, guadagnandoci entrambi.


vivere senza supermercato


5. Entrare a far parte di un Gas o un Alveare (o fondarlo)

Aderire o fondare un gruppo d’acquisto solidale o un Alveare è una delle cose più semplici da fare per liberarsi dalle catene della grande distribuzione. Attraverso queste realtà è possibile acquistare di tutto: dalla frutta alla verdura, dal pesce ai cosmetici, dal riso ai prodotti per l’igiene per la casa, dai legumi alla pasta. Si sa cosa si compra, da chi si compra e chi si aiuta comprando. Si acquista a prezzi vantaggiosi (grazie alle grandi quantità e alla filiera corta) e, soprattutto, si instaurano relazioni umane che vanno ben oltre il rapporto produttore/consumatore.

(Leggi anche: Viva i contadini custodi, protettori della biodiversità)


elena tioli


6. Tornare a fare

Autoprodurre non significa giocare al piccolo chimico o impazzire in cucina tra ricette complicatissime e ingredienti improbabili. Anzi. Per lo più si tratta di rispolverare semplici trucchi e accorgimenti che per generazioni hanno permesso all’umanità di progredire. Fino ai nostri nonni l’arte del saper fare veniva insegnata e tramandata. Un’arte che oggi è stata sostituita dalla molto meno nobile pratica del comprare. Bene, è arrivato il momento di riappropriarci delle nostre abilità! Autoprodurre, riparare, riciclare, creare, possono essere davvero abitudini rivoluzionarie. Dal pane al deodorante: fare da sé è molto più facile di quello che ci si immagina! Ed è più economico, ecologico, sano (perché scegliamo noi le materie prime da utilizzare) e senza dubbio divertente.

(Leggi anche: Detersivi fatti in casa, all’edera e non solo…)


7. Privilegiare materie prime e prodotti sfusi

Ormai sempre più negozi hanno distributori alla spina e offrono la possibilità di riutilizzare i contenitori. Ognuno si può portare le proprie buste, sacchetti, barattoli… e così facendo non solo si tende una mano al pianeta (e quindi a noi stessi e al nostro futuro) ma si risparmia anche un sacco di tempo e di ingombro in casa. Basti pensare alla noia di svuotare i cesti della spazzatura per iniziare ad amare questa pratiche!


cavolo romanesco

(Leggi anche: Microplastiche, se le conosci le eviti)


8. Trovare alternative ai derivati animali

Limitare o eliminare i derivati animali, soprattutto se provenienti da allevamenti intensivi (una delle piaghe ambientali, sanitarie ed etiche più grandi dei nostri tempi) è un grande piacere che facciamo a noi stessi e al pianeta. Come fare? Magari riscoprendo antichi piatti della nostra tradizione mediterranea o reinventando ricette in chiave vegetale (ma con vegetali locali!). Per chi non volesse rinunciarvi del tutto il consiglio è sempre quello di privilegiare i piccoli produttori, magari andando a visitare le aziende e informandosi sui metodi di allevamento.


9. Scegliere biologico

Che non significa necessariamente scegliere il bio certificato (quello, per intenderci, che al supermercato ha un reparto apposito, una confezione ultra chic e che di solito costa il triplo, non tanto per la qualità ma per pagare intermediari, imballaggi e garanzie). Grazie alla filiera corta, ai Gas, agli spacci contadini e ai mercati, mangiare sano e genuino oggi può essere alla portata di chiunque: sporco di terra, con una lumachina attaccata o dentro una cassetta riciclata. Buono e con un prezzo congruo, in grado di restituire dignità al lavoro di chi lo produce ma al contempo di essere accessibile a tutti.


vivere senza supermercato

Credits: viveresenzasupermercato.it


10. Riscoprire il senso di comunità

Trasformare il momento della spesa in un momento sociale è il tassello finale per abbandonare definitivamente i supermercati! Fuori dalle cattedrali del consumo ci sono luoghi meravigliosi in cui l’acquisto diventa scambio: non solo di merci o denaro ma anche di conoscenze e sensibilità. La spesa diventa così momento di incontro, confronto, divertimento e – perché no?! – relax. Impossibile? Provate a ritirare la vostra busta già pronta approfittando di una pausa dal lavoro, o trasformare la vostra spesa settimanale in un aperitivo, quattro chiacchiere con un produttore, un caffè con un amico. Niente code, parcheggi, luci al neon e gente affannata che sgomita: una volta che avrete trovato la vostra rete – fatta di gas, Alveari, mercati contadini, botteghe etc. – rinunciarvi sarà impossibile!


Elena Tioli nel 2017 ha pubblicato il libro Vivere senza supermercato (Terra Nuova edizioni) in cui racconta la sua avventura fuori dalla grande distribuzione organizzata.

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commenti

  1. Interessante quello che state portando avanti.. Siamo una famiglia di 4 persone che abitiamo in riviera del brenta VE..
    Iscritto alveare di Padova ancora in costruzione…

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