Non è sorprendente che le aziende produttrici di cibo vogliano che i loro prodotti abbiano il miglior aspetto possibile. Ma c’è da chiedersi come raggiungano questa perfezione! In quest’articolo potrete trovare cinque delle pratiche più sorprendenti per rendere “più bello” e appetibile il cibo comprato tramite la Grande Distribuzione Organizzata.
Come fa il salmone ad avere il suo caratteristico colore arancione-rosa? In natura, è grazie a una dieta ricca di gamberetti. Tuttavia quasi tutto il salmone che ritroviamo nei supermercati è allevato, e l’aspetto si ottiene spesso con coloranti e additivi. Quindi comprare salmone selvaggio sembra essere la soluzione migliore. Ma nel caso questo fosse irreperibile come si dovrebbe comportare il consumatore etico? Se non riuscite a trovare salmone selvaggio, vagliate l’ipotesi di iniziare a mangiare altri pesci, come lo sgombro o le alici.
Nel 1950, i consumatori hanno iniziato a comprare le bustine di tè confezionato. Perché perdere tempo con le foglie di tè, quando si può avere quel meraviglioso sapore in un istante?
Meno sorprendente è, invece, il processo di sbiancamento che le aziende utilizzano per dare brillantezza alle loro bustine. Ancora oggi, molte bustine di tè sono immerse in sostanze chimiche, come il cloro o perossido di idrogeno, per dare loro il colore perfetto.
Sarebbe opportuno cercare delle bustine di tè che non siano sbiancate, per evitare gli effetti delle sostanze sopracitate. Sono più scure all’apparenza, ma il gusto è uguale!
Il tè freddo perfetto fatto in casa
Tutti noi acquistiamo limoni ogni settimana, ma cosa scegliamo tra cerati e non cerati?
La maggior parte dei limoni che troviamo nei supermercati sono cerati al fine di conferirgli un aspetto migliore, una lucentezza più brillante, e una durata più lunga. La cera è a base di polietilene (simile alla plastica) o gommalacca (spesso usato in manicure oppure nelle caramelle gelatinose, per aumentare la loro brillantezza), o entrambi.
Comprando biologico saremo sicuri di non acquistare limoni con la cera. Nel caso foste preoccupati per la loro durata, basta metterli in un contenitore e tenerli al fresco.
Come ultimo consiglio, nel caso non si trovassero limoni naturali, prendete quelli cerati, immergeteli in acqua calda e asciugateli con un panno.
Generalmente siamo abituati, a scartare frutta e verdura con difetti estetici. Inoltre, gran parte della popolazione evita categoricamente i frutti che presentano anomalie: mele o pere deformi, peperoni con escrescenze… Attribuiamo queste cose a trasformazioni genetiche o a chissà quali diavolerie chimiche. E’ inutile dire che, nella maggioranza dei casi, il nostro pensiero è condizionato da dicerie e/o notizie infondate. Siamo alla continua ricerca (e paghiamo anche di più) di frutta e verdura perfette. E la GDO lo sa benissimo. E allora via a lampade mirate che riescono a restituire colori più accesi, nebulizzazioni e… un sacco di prodotti “difettosi” gettati via!
Tuttavia, in Italia, quella di recuperare la frutta e verdura “brutta”, cioè proveniente principalmente da piccole aziende agricole o agriturismi, è una prassi che si sta consolidando. I contadini non gettano mai niente del loro lavoro! A meno che non siano commestibili per altre ragioni, i prodotti della terra, anche quelli meno presentabili, sono tutti buoni. Resta solo da decidere dove andare a fare la spesa.
La birra è a base di luppolo, malto, orzo, lievito, acqua e poco altro. Giusto? Sbagliato! Molte birre contengono anche la colla di pesce, una gelatina a base di pesce usata per rendere la birra chiara, luminosa, e più attraente per i bevitori. L’ingrediente è ampiamente utilizzato nella birra industriale. La buona notizia per i vegetariani è che prodotti alternativi, derivati da muschio o alghe, stanno iniziando ad essere utilizzati.
Se si vogliono evitare queste strane e inutili aggiunte al vostro cibo, è utile conoscere i propri agricoltori e produttori locali!
Comprare cibo reale, direttamente dal contadino, consente di scoprire come è fatto il prodotto e che tipo di ingredienti sono stati utilizzati per realizzarlo, oltre che avere modo di conoscere personalmente gli agricoltori!
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