Nell’ultimo dopo-guerra il biologo Ancel Keys (1904- 2004) osservò che nei paesi del bacino del Mediterraneo (in particolare in Grecia e in Italia) c’era un’incidenza di malattie cardiovascolari
molto più bassa che negli Stati Uniti. Lo studioso, osservandone le abitudini giornaliere, attribuì questa differenza al diverso tipo di dieta. Dovremmo essere orgogliosi, da allora la nostra alimentazione iniziò ad essere il modello per il mondo intero, fino ad essere inserito, dall’UNESCO, nei patrimoni immateriali dell’umanità… E se il dottor Keys tornasse oggi?
Di sicuro dagli anni ‘50 sono cambiate molte cose e con loro anche la nostra cucina casalinga. Personalmente mi sarebbe sempre piaciuto “abituarmi” ad un mangiare quotidiano più salutare, ma non ho mai saputo rinunciare a certe gustose pratiche culinarie: vi assicuro che è difficile cuocere un filetto di manzo in un grasso più sano dopo averne assaggiato uno cotto nel burro francese. So che avrei dovuto farlo prima ma non sono mai stato molto puntuale nella mia vita privata (sono riuscito ad arrivare in ritardo di due giorni a prendere un treno, ho visto partire un aereo con il quale sarei dovuto andare in vacanza ed ho visto il film Avatar solo nel 2015), per la prima volta quest’anno voglio arrivare in tempo alla prova costume! Che significa iniziare a cucinare, anche a casa, con un po’ più di attenzione alla linea ovvero alla salute. Non sono un “grassone”, capiamoci! Se fossi stato un pugile sarei rientrato nella categoria de “Pesi Massimi Leggeri” e non è solo colpa di quel “Leggeri” se non ho mai messo in discussione le mie abitudini in cucina.
Il modello da seguire l’ho sempre avuto sotto gli occhi, abbiamo sentito tutti parlare della Dieta Mediterranea, ma sappiamo veramente cos’é? Keys notò che le diverse popolazioni da lui osservate avevano in comune alcune abitudini quotidiane, in particolare identificò:
Quindi dopo esserci nutriti di conoscenze è arrivato il momento di rimboccarci le maniche: ricominciamo tutti ad essere l’esempio per chi ci sta osservando in questo momento.
Avete bisogno di:
Per la pasta
Per il condimento
Per prima cosa mettete a spurgare le vongole in una ciotola con acqua fredda e sale per almeno 2h.
Prendete una ciotola e riempitela con la farina. Aggiungete l’acqua un poco per volta impastando con una forchetta. Versate anche l’olio, impastate fino all’assorbimento e rovesciate l’impasto sul piano di lavoro leggermente infarinato. Continuate ad impastare finché non otterrete un impasto liscio. Lasciate riposare l’impasto per 30’ coprendolo con la pellicola trasparente in modo da conservarne l’umidità. Stendete l’impasto (preferibilmente con la semola) e tagliatelo usando la macchina per la pasta della lunghezza di 25-30 cm. Per lo spessore e la larghezza considerate che dovrebbero essere quadrati.
Stendete gli spaghetti sulla carta da forno cospargendoli di semola per non farli attaccare tra loro.
Ora passiamo al dargli gusto!
Lavate i broccoli e tagliateli in pezzi molto piccoli eliminando quasi del tutto il gambo (che potrete usare in qualche altra ricetta o come purea).
Lavate, asciugate e sfogliate il prezzemolo ma non buttate i gambi.
Prendete una padella e mettete l’olio, l’aglio e i gambi del prezzemolo e fate soffriggere per un minuto. Raffreddate con il bicchiere di vino e lasciate sfumare l’alcol.
Eliminate l’aglio e i gambi di prezzemolo quindi scolate le vongole e buttatele, con dolcezza, in padella. Coprite per un minuto e poi tirate fuori le vongole man mano che si aprono mettendole in una ciotola. –Se volete usare la stessa ciotola che avete usato per spurgare le vongole, LAVATELA!- Filtrate il liquido rimasto e rimettetelo in padella. Aggiungete i broccoli e fateli bollire per un paio di minuti.
Cuocete la pasta in abbondante acqua bollente salata -è importante che sia abbondante, che sia bollente e che sia salata- e mantecate in padella con l’acqua delle vongole aggiungendo quest’ultime alla fine della mantecatura.
Cospargete con il prezzemolo tritato e raccontate ai vostri commensali il vostro esempio di dieta mediterranea.
E ricordate che chi lavora col miele si lecca le dita.
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