Tra studio e sostenibilità: l’avventura di Davide Steffano, studente di giurisprudenza e Gestore

Oggi approfondiremo l’esperienza di Davide Steffano, studente milanese di giurisprudenza e Gestore di 3 Alveari a Milano. Attualmente è al termine del suo percorso di studi che si concluderà con la scrittura di una tesi sul diritto dei consumi e dei consumatori. 

Come hai iniziato il tuo percorso verso la sostenibilità e cosa ti ha spinto ad avvicinarti a questi temi?

Mi sono avvicinato a questi temi da bambino, perché nel lontano 2004 mia madre ha fondato un gruppo d’acquisto solidale a Milano, uno dei primi in Italia. Era il periodo della “mucca pazza”, il tema sulle produzioni sostenibili iniziava a farsi avanti. Quando i suoi colleghi del Gas andavano a parlare in televisione venivano ampiamente derisi, sembrava una cosa molto estrema a chi non conosceva bene questi temi.

Quando hai avuto il primo contatto con l’Alveare?

La prima volta è stata nel 2019 quando nel mio quartiere ha aperto un Alveare, il QT8. Mia madre ha provato a fare la spesa e in seguito, dopo lo scoppio del Covid, mi sono sempre di più fermato in distribuzione per dare una mano a Javier, il ragazzo che lo gestiva. Da quel momento ho sentito il bisogno di gestire un Alveare in prima persona, per poter dare il mio contributo.
Da marzo dell’anno scorso, a causa di alcune vicissitudini, mi sono ritrovato a gestire altri due Alveari, tra cui il QT8 di cui ti parlavo prima. Essendo anche studente è stata davvero una scommessa!

Quali sono stati i tuoi obiettivi? Portare avanti gli studi e gestire più Alveari può sicuramente essere molto impegnativo.

I miei obiettivi iniziali erano laurearmi e consolidare gli Alveari che gestivo. Ho iniziato a focalizzarmi sulle cose da fare a giugno, e come immagini Milano in quel periodo si svuota. Volevo spingere le vendite delle distribuzioni in Alveare e mi rimanevano 10 esami. Per quanto riguarda lo studio, dipende esclusivamente da me, mentre sulle distribuzioni dell’Alveare le cose sono più complicate.
Quello che davvero volevo era riuscire in entrambe le cose. Dopo una pausa a Luglio in cui non ho aperto le vendite, mi sono concentrato sul lungo termine e pianificato tutto ciò che è venuto dopo.
C’è stato un miglioramento tangibile, nell’ultimo anno il fatturato degli Alveari che gestisco è aumentato in maniera consistente. Stessa cosa sugli studi, sono riuscito a portarmi avanti e fare 10 esami da Luglio! 

Un grande risultato, quindi sei riuscito a portare a compimento i tuoi obiettivi iniziali. 

Sì! È stata una grande soddisfazione, l’Alveare che gestisco è diventato un punto di riferimento nel quartiere. 

Quali sono le difficoltà che hai incontrato nel gestire tre Alveari in zone diverse?

La sfida è stata riuscire a farli funzionare meglio. In particolare il PIME, che si trova in una biblioteca dove andavo a studiare, rischiava di chiudere. Credo nel metodo, e con costanza ho cercato di rimetterlo in piedi. Spesso mi capitava di avere esami il giorno dopo di una distribuzione e in quel caso approfittavo dei tempi morti per studiare e per non trascurare nulla. Secondo me si tratta di capire le priorità, mi porto dietro alcuni retaggi degli scout, cerco sempre di avere un’idea chiara di dove sto andando, di quale sia la direzione della mia vita. 

Per quanto sembri banale la sfida più grande è gestirsi il tempo… 

Esatto, quando ero in periodo d’esame non potevo dedicarmi a tempo pieno alla scrittura delle comunicazioni per i membri delle distribuzioni. Però non le ho messe da parte, ho cercato sempre di ottimizzare i tempi, cercando di scrivere lo stretto necessario in modo da rendere tutto più efficiente.
La mia idea era di approcciarmi al mondo del lavoro “lavorando”, quindi mentre studiavo la mia idea è stata di fare anche altro, e infatti ho portato avanti il progetto legato all’Alveare.
Il mio lavoro per adesso è stato quello del Gestore, ed essere studente è rimasto fortemente legato al progetto dell’Alveare dato che sono andati avanti insieme negli ultimi 3 anni. 

Quando ci siamo sentiti per accordare la nostra intervista dovevi fare uno dei tuoi ultimi esami, quindi adesso hai quasi finito!

Sì, adesso c’è anche la tesi, voglio svilupparla sul diritto del consumo, vorrei in tutti i modi metterci dentro l’Alveare. Giocherò bene le mie carte. 

Cosa ti può dare l’esperienza dell’Alveare da applicare agli studi?

Lo schema contrattuale dell’Alveare fa capire molto in questo senso. Allo stesso modo in cui porto lo studio nella vita di tutti i giorni, l’esperienza pratica in Alveare mi permette di vedere da vicino alcuni meccanismi che si studiano sui libri di giurisprudenza. Non smetto mai di dedicarmi allo studio, ho il libro di diritto dei consumatori da studiare, è qualcosa che reputo fondamentale. 

Lasciami passare questo parallelismo: con il tuo essere parte dell’Alveare in quanto Gestore e come studente di giurisprudenza, ti senti un po’ un difensore dei diritti della natura?

Sicuramente l’Alveare contribuisce al tema ambientale. Un progetto che nasce e si sviluppa come l’Alveare ha dei punti in comune anche con la Costituzione. Si tratta di prendere un posto, la Terra, e cercare di lasciarla agli altri meglio di come era prima. Credo sia un modo di vedere la sostenibilità, migliorare in tutti i sensi il luogo in cui viviamo.

Cosa consiglieresti ad un altro studente come te che vorrebbe diventare Gestore di un Alveare?

Studiare e lavorare è un grande tema, spesso mi sono confrontato con i miei amici ed è un argomento spinoso che è sempre difficile da affrontare. C’è una sorta di diffidenza verso chi studia e non lavora, è difficile poi trovare un equilibrio. Un cosa molto importante è avere una famiglia che ti sostiene, io mi sento molto fortunato. Mi hanno sempre supportato e sopportato!
Io consiglierei di andare in distribuzione, capire bene come funziona il lavoro di un Gestore; è scelta ponderata da non prendere con superficialità, ci vuole una prospettiva chiara sul futuro e su quello che vuoi fare, devi chiederti: “Cosa posso restituire al mondo?” 

Vedo che il tuo contatto mail però ha un nome differente (Alveare Arise) rispetto agli Alveari che gestisci adesso, come mai?

Il mio primo Alveare si chiamava Sunshine, è il nome di una canzone di Rancore. Si tratta della mia canzone preferita di sempre. Il testo è molto forte, c’è questa frase: “Come vivi senza colpevolezza se hai consapevolezza della realtà?”. Altri Alveari li ho chiamati Arise perché sono luoghi che sorgono e illuminano come i raggi del sole. 

Benissimo Davide, con questa frase sulla consapevolezza possiamo chiudere l’intervista in maniera molto poetica. È stato interessante ripercorrere la tua esperienza e vedere come uno studente può portare avanti la sfida dell’essere Gestore di un Alveare, senza mettere in secondo piano il percorso di studi. 

 

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