Il sapone è un po’ come il dado: c’è quello che facciamo noi a casa con amore e delicatezza (qui trovate la nostra ricetta per farlo in casa con gli scarti delle verdure) e c’è quello pieno di ingredienti molto poco salutari che troviamo al supermercato. In quest’articolo proviamo a capire se il sapone industriale fa male alla pelle, e a cosa dobbiamo badare per fare un acquisto consapevole.
È quasi sbagliato chiamarlo così. Ormai, il sapone “di Marsiglia” si trova dappertutto e non viene solo dalla famosa città francese. E siccome la denominazione di origine non è protetta, troviamo qualsiasi sapone sotto questo nome. Il vero sapone di Marsiglia, quello fabbricato dai saponifici artigianali della città, contiene solo tre ingredienti: olio di oliva (al 72%), acqua e soda caustica (sodium hydroxide, cioè idrato di sodio).
Malgrado il nome, il sapone “Le Petit Marseillais” che troviamo al supermercato ha una ricetta ben diversa dal vero sapone di Marsiglia. Se guardate l’etichetta, potete leggere: sodium palmate, sodium palm kernelate, aqua, talc, prunus amygdalus dulcis oil, glicerina, lauryl glucoside, sodium chloride, tetrasodium EDTA, tetrasodium etidronato, parfum, alpha-isomethyl ionone, butylphenyl methylpropional, eugenol, limonene, linalool, CI77891 e CI77492. Non ci capite niente? Non avete studiato la nomenclatura europea degli ingredienti di un prodotto cosmetico (INCI)?
Il sapone “Le Petit Marseillais” contiene in ordine decrescente per quantità: olio di palma e olio di palmisto (ottima notizia per le foreste indonesiane…), acqua, talco, olio di mandorle dolci, glicerina, lauryl glucoside (un tensioattivo), sale, sale di acido etilendiamminotetraacetico (più noto con la sigla di EDTA, serve a stabilizzare l’aspetto dei cosmetici, ma inquina molto), tetrasodium etidronate (sempre con EDTA dietro), un profumo, due agenti chimici per nascondere l’odore, una sostanza odorosa, un idrocarburo che di solito si trova nelle oli essenziali, un alcool, del biossido di titanio (un colorante) e dell’ossido di ferro giallo.
E l’olio di oliva (olea europaea fruit oil nella nomenclatura INCI) dov’è?
Una ragazza francese, Rita Stiens, tiene un blog sui cosmetici e ci ha spiegato quali di questi ingredienti presentano un problema: l’EDTA e il tetrasodium etidronate, entrambi poco biodegradabili. Non hanno effetti tossici sull’uomo, ma sull’ambiente sì. Essendo dei “chelenti” (cioè servono a neutralizzare i metalli pesanti presenti negli altri ingredienti) si legano con i metalli pesanti come il mercurio. Di conseguenza, i metalli vengono disciolti nell’acqua con gli altri residui di cosmetici e finiscono nel mare. Intossicando la fauna marittima e quelli che se ne nutrono.
Sempre meglio preferire i saponi artigianali che contengono olii vegetali nobili (colza, oliva, argan, jojoba, semi d’uva, noccioli di albicocca) e ingredienti naturali. Ma come riconoscerli quando la stragrande maggioranza dei saponi è industriale?
Facile: bisogna leggere l’etichetta. Se leggete sodium palmate (il grasso saponificato da palma) o sodium tallowate (il grasso saponificato ottenuto dagli scarti di macellazione) potete essere sicuri che si tratta di un sapone industriale. Un prodotto fabbricato a partire da trucioli di sapone già pronti, spesso provenienti dalla Malesia e dintorni. I trucioli sono ottenuti mescolando un olio economico (di palma o di cocco) e dell’idrossido di sodio. Grazie a una reazione chimica, si produrrà naturalmente della glicerina, ma gli industriali la toglieranno per rivenderla, lasciandone pochissimo. Si aggiungono poi i coloranti, il profumo e gli additivi (oli essenziali, burro di karitè, latte di asina…). Questi ingredienti sono lì per farci credere che un prodotto sia naturale e artigianale. Anche qua leggere l’etichetta ci aiuta a scovare le truffe. Gli ingredienti vengono riportati nell’ordine decrescente, basta quindi capire in quale posizione si trovano i buoni prodotti. Se sono alla fine dell’elenco… non comprate quel sapone.
Uno dei modi per essere sicuri di acquistare un sapone naturale (se non avete tempo di farlo a casa) è comprare saponi fabbricati con il metodo della saponificazione artigianale a freddo, il metodo più semplice di tutti.
Gli ingredienti di base (olii e soda caustica) vengono mischiati e si trasformano naturalmente in sale sodico e in glicerina grazie all’azione della soda caustica, senza scaldare. Il processo di saponificazione si ferma quando non c’è più abbastanza soda per trasformare l’olio in sale sodico (cioè in sapone). Il sapone sarà quindi molto più grasso perché una parte degli olii non è trasformata. E idrata di più la pelle! Lavorare a freddo permette anche di conservare la glicerina, la quale viene di solito tolta dal sapone industriale.
Se ti piacciono i nostri articoli, clicca like sulla nostra pagina Facebook e per scoprire l'Alveare che dice Si! visita il nostro sito web
commenti