Come ci spiega oggi Aurélie, che gestisce l’Alveare Beltrade a Milano, fare il Gestore è un impegno non da poco. Anzi: ci vogliono dedizione, organizzazione e… tanta pazienza! Però, che soddisfazione è cambiare il proprio modo di fare la spesa? Facciamocelo raccontare da lei!
Imballaggi inutili, etichette non veritiere e dubbia origine dei prodotti sono alcuni dei motivi che mi hanno allontanata della grande distribuzione. Soprattutto, il fatto che fare la spesa significasse trovarsi ogni giorno faccia a faccia con l’overpackaging mi ha definitivamente convinta a cambiare il mio modo di fare la spesa.
Ma cos’è l’overpackaging? È l’uso non necessario d’imballaggi. Esempi: banane arrotolate nella plastica, arance già sbucciate dentro un vassoio ricoperto di plastica…
Mi fermo perché gli esempi non mancano. Greenme.it ha lanciato una campagna per dire stop all’uso eccessivo di plastica. Si chiama “Svesti la frutta” e chiunque può partecipare.
Ma oltre ad inondare i social con foto cosa possiamo fare al livello personale?
Riscoprire il piacere di fare la spesa! L’unico consiglio che mi sento di darvi è questo!
Come? Comprando dai produttori locali. Non importa se bio o meno. L’importante è lo scambio, il rapporto di fiducia con il produttore. Un produttore non è un rivenditore, si espone in prima persona con il suo lavoro e con la qualità dei suoi prodotti.
Mi raccomando, non siate timidi! Potrete sempre chiacchierare con loro. In generale sono persone disponibili, rispondono alle vostre domande e danno pure consigli di cucina!
Dalla nascita del rapporto con una persona può nascere il piacere di fare la spesa. Lo scambio e la fiducia sono temi fondamentali per il cibo. Ovviamente uscire dal circuito del sempre aperto e disponibile, necessita di una certa organizzazione.
Per fortuna non mancano le alternative per comprare locale: mercati, negozi di prossimità, canali di distribuzione online.
I produttori si stanno organizzando per uscire da un sistema che non conviene né a loro né all’ambiente.
Se vi interessa sviluppare l’argomento, potete leggere “Vivere senza supermercato”. Elena Tioli ci spiega come per un anno si è organizzata per non comprare al supermercato risparmiando.
Ciascuno deve trovare la migliore organizzazione per il suo stile di vita. Una persona con figli non potrà pensare di rifornire la famiglia come un single o una giovane coppia. La mia organizzazione è stata rivoluzionata dal mio lavoro.
Da un po’ più di un anno, gestisco un gruppo d’acquisto con L’Alveare che dice Sì. L’esperienza con l’Alveare è stata molto interessante, ma devo dire impegnativa. Per aprire un Alveare, infatti, un Gestore deve selezionare i suoi produttori.
Quando il catalogo è pieno di prodotti buoni e a Km0, si comincia con il reclutamento delle api. Un Alveare può aprire quando si raggiungo i 150 iscritti. Il mio Alveare è quello del Cinema Beltrade, un cinema pieno di vita, di idee e di persone appassionate. Che hanno accolto il progetto a braccia aperte. Sono stata appoggiata anche dalla social street di Nolo che ha contribuito, senza ombra di dubbio, al successo del progetto.
Ormai, quando faccio la spesa, chiacchiero, lavoro e mi diverto. Ogni giovedì incontro persone che mi fanno sentire a casa.
Per riassumere: un nuovo lavoro, un nuovo canale di distribuzione e nuove persone nella mia vita. Tutto grazie al cibo e a un nuovo canale di distribuzione.
La cosa più importante è riscoprire il piacere di fare la spesa e di cucinare. Dedicare del tempo al nostro piatto.
Sarà sicuramente l’età ma mi diverto di più a girare per i mercati agricoli che a fare shopping!
Metto più cura nella scelta degli alimenti che nell’outfit per andare a lavorare.
Non si può mentire, il costo sarà sempre più alto che al supermercato. Un piccolo produttore non può praticare prezzi paragonabili al supermercato. Perché dietro il suo prodotto, c’è il costo reale del lavoro e della qualità.
Non dobbiamo dimenticare però, che il cibo è la nostra medicina.
E più spendi in cibo meno spendi in farmacia!
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