Di cosa è fatto il sottosuolo? Inchiesta esclusiva di Enrico il Lombrico

“Enrico, cosa c’è sotto terra? In questa terra in cui crescono le nostre carote incontri molti personaggi? Chi sono e che cosa fanno?”
All’Alveare che dice Sì! Mi hanno bombardato di domande!
La cosa migliore, ho detto loro, è di andarci a fare un giro insieme. Eccoci quindi pronti a tuffarci nel sottosuolo per incontrare i veri operai della terra.

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Cosa ti è successo, poveretta?
“Due giorni fa ha piovuto”, singhiozza la foglia di quercia completamente sfigurata. “E ieri ci hanno attaccato.”
“Chi vi ha attaccato?”
“I funghi. Con i loro lunghi filamenti, sono entrati nei miei pori e mi hanno iniettato la loro malefica pozione: un mix di enzimi. È peggio dell’acido questa schifezza, ti mangia dall’interno. E ovviamente nessuno è accorso in mio aiuto. E pensa un po’, una volta che i funghi mi hanno attraversata divento perfettamente commestibile. Chiunque può mangiarmi. Buuuuu, la mia vita è finita.”

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Tutto a posto? Disturbiamo?
“Scusa un attimo”, ribatte il topo. “Prima di tutto, potresti bussare. Poi, sappi che le mie emanazioni intestinali fanno parte dell’ecosistema. Cosa credi, che le carote mangino direttamente altre piante? Ovviamente no, hanno bisogno di minerali. E io mi occupo della primissima tappa : mangio i germogli e le piante appena nate e li restituisco…un po’ decomposti. Sai come mi chiamano ? Un decompositore, o anche un detritivoro. Dai, vai via che non ho ancora finito.”

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Su su, fatti in là sasso che mi ostacoli il passaggio.
“Piano Signore, e porti rispetto. Le ricordo che centinaia di milioni d’anni fa esistevamo solo noi bei blocchi di granito. La nostra roccia pura, compatta e uniforme regnava sovrana. Ci chiamavano addirittura roccia madre! Bei tempi! Poi ha piovuto, il sole ha riscaldato un po’ tutto ed ecco che le prime piante sono venute ad infestarci. In qualche hanno noi povere rocce ci siamo sminuzzate, sgretolate, disintegrate. Ed altri vegetali si non messi a crescere nelle nostre fessure, gli animali sono venuti a mangiarli e hanno lasciato qualche souvenir. Tutto questo ci ha cambiato. Ci siamo trasformate in granelli di sabbia o in argilla ed ecco come mi ritrovo: ieri solida come una roccia, oggi ridotta alle dimensioni di una ciliegia. Che vergogna!”

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Cosa beve, signor Fagiolo?
“Mi nutro del 78% di azoto che compone l’aria.”
“È buono?”
“Niente male, lo restituisco al suolo quando passo a miglior vita. Onestamente, non è bello? Siamo in pochi a poterlo fare! A parte me, i legumi e qualche arbusto americano non conosco nessuno che sappia eseguire una tale prodezza. Beh, d’accordo, tutto merito delle mie nodosità, piccoli sacchetti appesi alle mie radici nei quali bivaccano dei batteri del genere rhizobium. In verità sono loro che fissano l’azoto dell’aria. Io senza di loro non servo a granché. Ma suvvia, non ti attardare con me: tra qualche mese non ci sarò più. Sono solo una coltura passeggera. Un concime verde, come dicono da queste parti.”

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Oh poveretta! E dire che la talpa non ha mai visto il sole. Ma non scoraggiamoci, non tutto è perduto! Si trova sicuramente un po’ di fosforo, di potassio e qualche microrganismo laggiù.

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Ciao ragazzi! Allora, si rimescola?
“Certo”, rispondono in coro i lombrichi. “Da queste parti ci chiamano i mischiatori. Ci tuffiamo nel sottosuolo, spostiamo le argille verso l’alto e riportiamo le materie organiche verso il basso. Come? Semplicemente scavando: siamo nati per fare questo. Darwin diceva che siamo più indispensabili di un aratro o qualcosa del genere. Un giorno mangiamo in superficie e ci riposiamo in profondità, il giorno dopo facciamo il contrario. Ed in ogni caso ci occupiamo di sminuzzare il terriccio, questo strato vegetale che copre il suolo”.

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Ma allora è un vizio. Ma siete tutti coprofagi qui? Un po’ di contegno per favore!
“Dovrebbe sapere, caro Enrico, che è una specialità di noi collemboli, abitanti del suolo . E il nostro lavoro è più che nobile. Facendo passare il terriccio da un tubo digestivo all’altro lo degradiamo, lo frammentiamo in pezzetti talmente piccoli che i batteri possono finalmente compiere il loro dovere: trasformare la materia organica in materia minerale. Se non esistessimo le piante non potrebbero mai e poi mai finire sulla sua tavola. Le sue lezioni di buone maniere, se le tenga per lei.”

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Siete tantissimi là sotto!
“Eh si”, risponde il batterio. “In un grammo di suolo siamo tra i 10 milioni e il miliardo.”
“E che ci fate li tutti stretti?”
“Giochiamo all’apprendista chimico. Ammonizzazione, nitrosazione, nitratazione… giochiamo con le formule chimiche per riorganizzare le catene di N, H e O2. Il nostro compito è di passare dalla materia organica, già ben sminuzzata, alla materia minerale. Una volta fatto questo, il suolo si ritrova carico di nitrati, perfettamente assimilabili dalle piante.”

Ehi, ma cos’è questa riunione?
“È la manifestazione di tutti i lavoratori della terra, i consumatori primari, i secondari, i decompositori, il fabbricante di humus e il mangiatore di rifiuti. Glomeris, cloportes, oribates, larve, diploures, géophiles (il millepiedi!), opilions, acari, staphulins, pseudoscorpions…. Siamo tantissimi, e se anche uno solo di noi manca all’appello tutto si ferma. Anelli essenziali della catena alimentare, non ci dovete mai separare.”

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Eccoci qui, abbiamo incontrato proprio tutti. Allora, non sono degli ottimi lavoratori questi ragazzi del sottosuolo? Grazie a loro le piante possono crescere, crescere, crescere… Allora, risaliamo?
Grazie a Gisèle per le lezioni improvvisate di scienze naturali e a Corentin per le illustrazioni originali.

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Riguardo a

Claudia Bonato

Diplomata in Grafica Pubblicitaria, mette per poco da parte il lato artistico per dedicarsi anima e corpo ai codici di programmazione. Si occupa dell'Assistenza Tecnica del sito alvearechedicesi.it e gestisce l'Alveare di Cuorgnè. Devota del movimento Zero Waste passa intere giornate a cercare di capire come salvare il mondo. http://www.alvearechedicesi.it

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