Ulivolio: la salvaguardia degli Ulivi italiani

Gli Ulivi sono da secoli visti come alberi sacri: il primo Ulivo , secondo la leggenda, nacque da Atena che scagliò una lancia nel terreno con l’intento di benedire gli uomini e la colomba porta un ramoscello di olivo a Noè per annunciare la fine del diluvio.

Io, personalmente, ho talmente tanti ricordi legati agli olivi che il fatto di aver scoperto negli anni essere la pianta a cui sono più allergica, mi ha traumatizzato come non mai.
Gli ulivi mi ricordano le scampagnate in Liguria con tutta la famiglia, “Palermo Style” (n.d.r. il Palermo Style consiste nell’organizzare giornate all’aperto con 50 famigliari e molti, molti, chili di lasagne e altre prelibatezze, preferibilmente fritte) ed il profumo buono di terra calda delle distese della Maremma. Insomma, gli ulivi sono parte della mia infanzia, per questo quando ho conosciuto Graziella e sua sorella Daniela che insieme si battono per salvaguardare gli ulivi italiani, ho subito chiesto di intervistarle.

Ulivolio: salviamo gli Ulivi!

Daniela, puoi raccontarci che cos’ è Ulivolio?
“Ulivolio è prima di tutto un’Associazione di Promozione Sociale nata nel marzo 2015 che si occupa di salvare il ricco patrimonio ulivicolo italiano, troppo spesso attaccato dalla commercializzazione.
Attualmente ci occupiamo principalmente di creare eventi per sensibilizzare sulla situazione critica delle piccole aziende olivicole presenti nel territorio nazionale ma anche aiutare a recuperare i tanti uliveti in stato di abbandono e sostenere il recupero e l’impianto delle diverse varietà olivicole.”

Perché la situazione in Italia è così difficile?
“L’Italia è la patria degli ulivi, le uniche due regioni che non producono sono ormai poche. Peccato che mantenere un uliveto ha dei costi molto alti ed i finanziamenti sono pressoché nulli, così tanti contadini abbandonano i campi, favorendo l’importazione di olio da altri paesi europei , ad esempio Grecia e Spagna, dove spesso la coltivazione è estensiva e quindi il prodotto risulta qualitativamente più scarso di quello italiano.”

Qual è il vostro “raggio d’azione”?
“Attualmente lavoriamo soprattutto nel centro Italia: Umbria, Toscana, Lazio, Abruzzi… è sicuramente una delle zone (oltre la Puglia, ovviamente!) più ricca di uliveti, ma l’idea è quella di tutelare tutta Italia!

ulivi-montecchio
Come contate di sensibilizzare le persone a questo problema?
“Organizzare eventi è il nostro primo obiettivo: il primo di quest’anno è stato il 26 e 27 Marzo dove abbiamo portato a Montecchio , vicino a Orvieto, le “Giornate Ulivolio” : due giorni di cene , workshop, percorsi gustosi e conoscenza del territorio.”

Bene avete letto le parole di Daniela che al telefono mi ha fatto innamorare ancora di più del suo lavoro e della sua vita. Volete aiutare questa associazione a crescere? Potete diventare soci, fare una piccola donazione tramite il loro sito e condividere la loro pagina Facebook!

 

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Riguardo a

Claudia Bonato

Diplomata in Grafica Pubblicitaria, mette per poco da parte il lato artistico per dedicarsi anima e corpo ai codici di programmazione. Si occupa dell'Assistenza Tecnica del sito alvearechedicesi.it e gestisce l'Alveare di Cuorgnè. Devota del movimento Zero Waste passa intere giornate a cercare di capire come salvare il mondo. http://www.alvearechedicesi.it

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