Retrogusto di nocciola, delicata croccantezza, tutte le proteine di cui si hanno bisogno in un unico prodotto estremamente eco-sostenibile…Vi tenta l’idea? Allora è arrivato il tempo di dedicarsi all’allevamento di grilli e piccoli insetti!
Visto che è passata da poco la giornata mondiale degli insetti commestibili, vi vogliamo introdurre al magnifico mondo dell’entomofagia.
« Mangiare gli insetti? Bleaah!!! » Se l’entomofagia sembra attualmente limitata ai giramondo più avventurosi, un’esperienza culinaria relegata a chi va dall’altra parte del mondo, quasi 2,5 miliardi di individui sul pianeta terra mangiano insetti e , anche se gli Europei ogni tanto se lo scordano, anche i loro antenati non esitavano ad immergere le mani dentro un sacco pieno di grilli, locuste e maggiolini: Greci e Romani li gustavano regolarmente così come i nostri avi, almeno fino al Medioevo.
Ad oggi gli insetti suscitano soprattutto un po’ di disgusto ed evocano (a torto!) mancanza di igiene nella maggior parte degli occidentali, ma la crisi alimentare arriva a dare una bella sveglia alle abitudini tradizionali.
Sin dal 2013 la FAO ha sostenuto che l’allevamento ed il consumo d’insetti su grande scala potrà metter fine a tutta una serie di problemi ambientali e, con il continuo aumento della popolazione (più di 9 miliardi di persone da qui al 2050), sarebbe bene iniziare a chiedersi come riuscire a nutrirle.
Un’altra argomentazione convincente? Lo straordinario apporto nutritivo di queste piccole e brulicanti bestioline. « È soprattutto la buonissima qualità delle loro proteine che le rende il perfetto sostituto della carne », precisa Jean-Philippe Paillard, vice-presidente della Federazione francese dei produttori, importatori e distributori di insetti.« Gli insetti contengono anche molti meno grassi saturi, sono più ricchi di minerali, assicurano l’equilibrio degli amminoacidi e rappresentano , dopo la cottura, una fonte importante d’Omega 3. »
Aggiungiamo a questo che l’allevamento di insetti consuma molta meno acqua che quello bovino, genera meno gas serra e che la produzione di 1 kg d’insetti richiede il consumo da parte loro di solo 2 kg di alimenti, contro gli 8 kg necessari per la produzione di 1 kg di carne.
In breve, mangiare degli insetti vi riporterà in sintonia con l’universo ed il Pianeta vi ringrazierà.
Un problema che non è sfuggito agli imprenditori del settore, coscienti dell’interesse crescente verso un’alimentazione meno inquinante e migliore per la salute. E non crediate che questo settore sia in voga solo tra i malati di viaggi esotici! Cédric Auriol, fondatore della società Micronutris, sul mercato dal 2011, rivela « Sono molto sorpreso dell’accoglienza del mondo agricolo ». Se per adesso, mani al portafoglio, si ha bisogno di un certo potere d’acquisto per inserire gli insetti nei propri menù , « arriverà un momento dove il prezzo della carne e quello degli insetti arriveranno a pari».
Ma quali sono gli insetti commestibili? Scarafaggi, cimici, scorpioni? Niente panico, sono solo 2000 le specie ad oggi considerate ottime da mangiare sulle milioni di specie recensite e i produttori stanno iniziando ad “attaccare” il mercato solo su quelle generalmente considerate più appetibili. Di solito sono disponibili sotto forme di farine o mixati nei biscotti, come fanno ad esempio i nostri amici piemontesi di Addento. Se anche sotto forma nascosta, l’idea continua a non piacervi, sappiate che a nostra insaputa mangiamo già circa 500 grammi di insetti l’anno “nascosti” nelle preparazioni agro-alimentati, nelle marmellate, nei succhi di frutta, senza dimenticare i “Giuanin” che si trovano nelle ciliegie d’estate…
Vedere o non vedere, questa è il problema di chi sta per affrontare il grande passo. Laure, aperta ad un’alimentazione ecologica, ha ad esempio già gustato alcuni insetti in Sud America ed ha recentemente assaggiato il verme della farina gialla. Croccante al punto giusto, gusto discreto ma qualche dubbio rimane. « E’ davvero un’esperienza. Visto che gli insetti sono così piccoli, si ha l’impressione che siano ancora vivi. Psicologicamente mi è venuta voglia di buttar tutto via! Ma mi sono piaciuti molto sotto forma di farine e zuppe: se non riconosco l’insetto non mi pongo il problema » .
Quale sia la forma sotto cui si consumano gli insetti, la tracciabilità resta un requisito essenziale. Se la filiera esiste già in Europa, la vendita non è stata ancora autorizzata dall’Unione Europea.
Allora, com’è possibile trovare già questi prodotti in commercio? Ufficialmente, la commercializzazione d’insetti è sottomessa al regolamento sui nuovi prodotti alimentari e necessita della richiesta di un’autorizzazione, come per una medicina. La sfumatura sta nell’interpretazione dei testi, che citano solo le parti di animali e non gli insetti interi.
In attesa di una regolamentazione, sappiate che i principali rischi del consumo di insetti sta nell’eventuale presenza di batteri patogeni e reazioni allergiche, identiche a quelle che possono provocare i crostacei. Attenzione quindi, allergici alle ostriche!
L’idea di diventare entomafogi si sta pian piano concretizzando e già molti chef hanno iniziato a testare nuove ricette a base di grilli o bachi da seta: più che una moda insolita, una tendenza che potrebbe crescere e dare una mano a mondo.
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