Oggi riprendiamo il titolo e alcuni spunti dal famosissimo libro di Dario Bressanini , “Le bugie nel carrello” proprio perché, analizzando le statistiche, ci siamo accorti che la popolazione italiana spende moltissimi euro al Supermercato in cibi considerati “sani” anche quando non lo sono proprio al 100% ..
Ecco qualche bugia che quotidianamente troviamo nel nostro carrello della spesa…
1) Kamut, Kamut, Kamut!
La verità sul Kamut non è neanche così nascosta… basta informarsi un poco per “scoprire” che Kamut è in realtà un marchio registrato e che è semplicemente una selezione del grano Khorasan , una varietà di grano orientale che arriva dall’Iran (e non proprio dalla terra dei Faraoni…) ma che in realtà, marchiato Kamut è coltivato nelle pianure del Montana ed in Canada.
Peccato tutto questo giro che porta sicuramente ad inquinamento e spreco di risorse perché noi una varietà del grano Khorasan l’abbiamo in casa, tra la Lucania il Sannio e l’Abruzzo, e si chiama Grano Saragolla.
2) “Si taglia con un grissino…!”
Chi non ha in mente la pubblicità di una nota marca di Tonno in scatola probabilmente non ha mai visto la televisione e forse è meglio così.
Il Tonno di colorazione quasi rosa shocking è stato quasi sicuramente trattato con monossido di carbonio per alterarne il colore, mentre se si sfalda al taglio, le parti utilizzate per la produzione sono con alta probabilità scarti. Ed occhio a non esagerare, il tonno contiene Mercurio e se consumato eccessivamente può causare problemi di salute.
3) Mutazioni naturali oppure no?
Tutti siamo (a ragione) contro gli OGM ma spesso siamo carenti di informazioni, così tanto da non sapere che moltissimi degli alimenti che mangiamo quotidianamente sono frutto di mutazioni genetiche.
A volte, in natura, capita che alcuni geni si modifichino da soli, ad esempio mutando il colore, mentre a tavola consumiamo spesso prodotti che sono già stati soggetti a delle mutazoni tramite radiazioni.
Qualche esempio?
A chi piace il pompelmo rosa? Sappiate che nasce da una mutazione spontanea scoperta in Texas nel 1929 e successivamente, visto che il colore sbiadiva ed il succo non era di gusto gradevole, è stato irradiato più volte con fasci di neutroni lenti fino ad ottenere nel 1984 la qualità Rio Star che copre il 75% della produzione texana di pompelmo.
Potremmo continuare a stupirvi per molto molto tempo, ma prima diteci voi.. conoscete altri piccoli segreti da supermercato?
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