Esiste un modo per produrre che sia veramente sostenibile?
Con l’arrivo di Expo2015 anche l’Italia si è posta (finalmente) la domanda è la risposta data da PNAT, spin off nato all’interno dell’Incubatore Universitario Fiorentino, nell’ambito delle attività di ricerca del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale (LINV), diretto da Stefano Mancuso che per Expo ha creato JellyFish Barge, una serra modulare costruita su piattaforma galleggiante che è in grado di garantire sicurezza idrica ed alimentare senza pesare sulle risorse già esistenti.
La struttura è composta da un basamento di legno di circa 70mq di forma ottagonale che galleggia su dei fusti di plastica, ovviamente riciclati. Sopra, è presente una serra di vetro che contiene un sistema di coltivazione idroponica, il che garantisce un risparmio del 70% di acqua grazie al suo riutilizzo.
È anche presente un sistema di dissalazione e depurazione delle acque: in pratica (come succede in natura!) la serra risucchia l’aria umida e la fa condensare in dei fusti a contatto con la superficie fredda del mare, producendo circa 150 litri di acqua al giorno.
E per farla funzionare?
La poca energia che serve è fornita da pannelli fotovoltaici, mini turbine eoliche e un sistema che sfrutta il moto ondoso per produrre elettricità.
Inoltre, le serre sono facilmente assemblabili ed è possibile unirne di diverse per aumentare la produzione.
Il progetto ha vinto il secondo posto presso il Palais des Nations di Ginevra ed è stato sovvenzionato dalla Regione Toscana e dalla Fondazione Ente Cassa di Risparmio di Firenze.
Può essere JellyFish Barge il nuovo modo di coltivare sostenibilmente? Noi ci auguriamo che il progetto non rimanga tale e di veder presto queste serre galleggiare…
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