Croccanti e semplici, dall’inconfondibile forma arrotolata. I taralli sono un ottimo spuntino che ci fa compagnia nei momenti di stress, tra una riunione e l’altra in ufficio, o nelle chiacchierate tra amici durante un aperitivo nel nostro locale preferito o a casa in pantofole. Ognuno può gustarli quando e come preferisce, non ci sono limiti all’immaginazione e alle possibilità dei nostri amati taralli!
Quegli irresistibili anelli di pasta croccante sono da tempo parte integrante della tradizione gastronomica italiana. La loro storia è avvolta da leggende e curiosità, e ogni regione ha la sua variante speciale. In questo articolo esploreremo le origini dei taralli, le differenze tra le diverse tipologie regionali e concluderemo con una ricetta per prepararli in casa.
I più famosi e diffusi sono i taralli pugliesi, forse i più iconici tra i vari tipi di taralli. Come non citare inoltre anche i taralli napoletani, meno conosciuti rispetto ai cugini pugliesi, ma altrettanto buoni. Noi non facciamo favoritismi, ci piacciono entrambi allo stesso modo nella loro unicità!
La tradizione dei taralli pugliesi risale al XV secolo, un periodo difficile per il Meridione italiano e non solo. Carestie e cambiamenti di potere hanno segnato l’epoca, ecco che nasce il primo tarallo. La leggenda narra di una madre che, priva di ingredienti, impastò farina, olio, sale e vino bianco per sfamare i propri figli. Tagliò l’impasto a striscioline sottili e chiuse gli anelli, che poi vennero cotti in forno. Il risultato fu sorprendente, dando vita alla prima ricetta dei taralli pugliesi. Come spesso succede, da una mancanza o limite, grazie alla creatività (e un po’ anche alla fame) si dà vita a grandi scoperte
A Napoli i taralli si diffusero alla fine del XVIII secolo. I panifici utilizzavano lo “sfriddo”, ossia un avanzo di pasta lievitata, per creare gli anelli di pasta (un buon modo di evitare gli sprechi!). Veniva aggiunto strutto e pepe, modellando le striscioline a forma di anello.
Solo in seguito anche le mandorle entrarono a far parte della ricetta, arricchendo il sapore dei taralli napoletani. Questi venivano venduti alle osterie o ai passanti per guadagnare qualche soldo, una sorta di street food ante litteram. L’espressione “finire a tarallucci e vino” deriva proprio da questa tradizione, poiché i taralli erano spesso serviti con il vino, un’ottima accoppiata!
Come abbiamo visto, nonostante siano di base molto simili, le regioni in cui si sono diffusi i taralli hanno avuto diverse declinazioni della stessa ricetta: più semplice, con scorza d’agrumi o arricchita di frutta secca e strutto… Ma più nello specifico da cos’altro si distinguono? Ecco una breve rassegna per stuzzicare l’appetito!
La Sicilia, con la sua ricca tradizione culinaria, ha anche la sua versione di taralli. I taralli siciliani sono spesso associati alle festività religiose e alle celebrazioni. Ecco alcune caratteristiche distintive:
La Calabria è famosa per i suoi taralli piccanti e saporiti. Ecco cosa li rende speciali:
E se volessimo cimentarci in una piccola impresa facendo dei taralli casalinghi? Non è assolutamente una missione impossibile! Ecco qualche consiglio per non sbagliare e godersi della gioiosa croccantezza direttamente dal forno di casa.
Abbiamo attraversato le regioni e qualche secolo per scoprire come sono nati i taralli, come oggi si cucinano e come cambiano le ricette da luogo a luogo. Adesso non resta che assaggiarli, magari con del buon vino ad accompagnare!
Se ti capita di cimentarti nella loro realizzazione non esitare a taggarci su Instagram per farci vedere come sono venuti i tuoi taralli fatti in casa.
Aspettiamo le tue creazioni!
@alvearechedicesì #ilmioregnoperuntarallo #tarallialveare
Sitografia:
https://www.tarallo.it/Articoli/storia-del-tarallo
https://it.wikipedia.org/wiki/Tarallo
https://www.visititaly.eu/it/cibo-e-sapori/i-taralli-pugliesi-origine-e-tradizione-
https://www.ealcubo.org/2020/04/08/taralli-bolliti-calabresi/
https://www.bottegadicalabria.it/blog/la-ricetta-dei-taralli-calabresi
Se ti piacciono i nostri articoli, clicca like sulla nostra pagina Facebook e per scoprire l'Alveare che dice Si! visita il nostro sito web
commenti