Mangiar bene, mangiar giusto: questo è il motto de L’Alveare che dice Sì!
Per capire meglio il significato profondo del nostro progetto oggi parliamo con Federica, gestrice dell’Alveare di Udine, che ci racconta cosa vuol dire per lei gestire un Alveare e di come il suo Alveare sia stato un nuovo inizio, simbolico e non, per la sua vita.
Il mio Alveare si trova a Udine ed è aperto dal 21 aprile 2021. Siamo quindi giovanissimi! La comunità ad oggi conta 1086 membri. Al momento l’Alveare è ospitato in una serra di uno dei nostri produttori, L’Orto Felice. Abbiamo attivo anche un MiniAlveare che è ospitato, invece, da un altro dei nostri fornitori: Mamm Pane.
Nasco nella comunicazione, per la precisione inizio il mio percorso lavorativo come Fundraiser lavorando nel e per il mondo non profit. Poi la vita mi porta anche nella comunicazione profit dove conosco mio marito che, come me, stava vivendo un momento di “stanca lavorativa”. Decidiamo di cambiare vita e di aprire una piccola attività food itinerante su un mezzo vintage e di sfruttare le nostre competenze lavorative finalmente solo per noi. Il progetto si chiamava The Farmers, questo perché, il concept prevedeva che tutti i nostri piatti fossero cucinati con materie prime per lo più a km0 e provenienti da piccole realtà locali.
Incontriamo così Stefania del team dell’Alveare che dice sì! e poco dopo veniamo a conoscenza del primo Alveare a Milano.
Passa del tempo, per motivi personali decidiamo di lasciare Milano dopo tanti anni e di trasferirci nel Lazio ed è qui che mio marito apre un piccolo Alveare. Nuovamente però la vita ci pone davanti delle scelte importanti e, con una piccolina in più in famiglia, decidiamo di spostarci nuovamente e di muoverci verso il Friuli Venezia-Giulia, la mia regione di appartenenza. Il Covid ha dato la spinta finale a questa decisione. Sentivo il bisogno di riavvicinarmi alla mia famiglia e alla mia terra e così, eccomi a Udine a dar vita a un nuovo Alveare, a cercare di dare una nuova forma a The Farmers, a ricominciare tutto da capo.
Ho deciso di diventare una Gestrice dell’Alveare perché sento forte il legame con il mio territorio, perché le idee che ci sono alla base di questo progetto sono quelle che condivido da gran parte della mia vita, perché credo che, oggi più che mai, sia giusto contribuire a dare risalto e valore alle nostre eccellenze.
Inoltre l’Alveare non è solo spesa. È la creazione di una comunità, è poter organizzare eventi e momenti per far conoscere i nostri produttori sia all’interno delle nostre regioni che fuori, e la mia è una regione meravigliosa ma che spesso in molti non conoscono affatto! Abbiamo tutto, dal mare alla montagna, passando per le colline e quindi una varietà di prodotti meravigliosi e unici che ci tengo la gente conosca.
Come diventare gestore d’Alveare
Adoro il rapporto con i clienti e quello che siamo riusciti a creare lato Gestore/produttori e anche tra produttori stessi. Non so se in tutti gli Alveari sia così, ma da noi si respira un’aria di collaborazione davvero eccezionale.
Eh, difficile sceglierne uno, sinceramente. Ma vi posso assicurare che, prima di aprire, ho assaggiato così tanti prodotti che, come minimo, ho aperto l’Alveare con 5kg in più!
Il mio modo di mangiare non è cambiato perché, come detto all’inizio, i valori alla base di questo progetto facevano già parte della mia vita, soprattutto degli ultimi 10 anni. Ora vorrei che questi valori venissero trasmessi a più persone possibile e a mia figlia. Quando ho deciso di intraprendere questa avventura ho pensato molto anche a lei e, ripeto, la pandemia ha giocato il suo ruolo in molte delle mie ultime decisioni.
Abbiamo aperto da poco, quindi non abbiamo forse ancora molti aneddoti ma sono sempre emozionata quando mi arrivano i messaggi dei clienti per ringraziare me e i produttori del lavoro che facciamo, di crederci, di non mollare. Una volta una ragazza mi ha scritto che era felicissima di averci conosciuto perché le abbiamo completamente cambiato il modo di mangiare e di approcciarsi al cibo. E son soddisfazioni! Così come quando le mamme ci chiedono se possono portare i loro figli a visitare le aziende, a vedere gli animali, a capire da dove arriva quello che mangiano.
Un’altra cosa bellissima, per me, è vedere che le persone ritornano e poterle chiamare per nome perché ormai sono “di famiglia”. Ultimamente mi sono dovuta far sostituire per due distribuzioni e, oltre ai messaggi dei miei produttori super gentili e collaborativi (alla faccia di chi dice che noi friulani siamo duri!), mi sono arrivati quelli di alcuni iscritti che mi chiedevano come stavo. Una cliente mi ha anche lasciato una bottiglia d’olio che produce lei nel Gargano. Per me queste cose non hanno prezzo e ti ripagano di tutto il lavoro che fai. Perché di lavoro dietro a un Alveare ce n’è!
Inoltre per me l’Alveare è stato un po’ un nuovo inizio. Il primo vero rientro al lavoro dopo l’arrivo di mia figlia, un punto da cui ricominciare dopo l’ennesimo trasferimento in tre anni, un nuovo punto di partenza. Non più solo mamma, ma anche Federica. E ne avevo bisogno.
Ringraziamo Federica dell’Alveare di Udine per averci raccontato la sua esperienza: se siete a Udine passate a trovarla nel suo bellissimo Alveare! Altrimenti, per scoprire dove “mangiar giusto” vicino casa vi aspettiamo sul nostro sito.
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