L’Italia è uno dei Paesi europei con più risorse di acqua potabile, eppure noi rimaniamo tra i maggiori consumatori di acqua minerale in assoluto. Perché – nonostante i severi controlli sugli acquedotti urbani – non ci si fida, perché “sa di cloro”, perché sprecare tonnellate di plastica è ormai un’abitudine radicata.
Ma in questo clima di diffidenza generale c’è qualcosa che ci riconcilia con la cosiddetta “acqua del sindaco”, un oggetto che è storia di ogni città e conforto di tutti i suoi abitanti.
È la fontanella pubblica, ancora di salvezza di ogni cittadino, tappa obbligata di ogni assolata passeggiata domenicale.
In ogni città le fontanelle hanno un loro nome proprio, la loro storia, la loro fisionomia.
A Torino c’è il Torèt.
Verde bottiglia, lega di ghisa, testa di toro, 164 anni di onorata carriera. Molto affascinante, oltre che utile. E se il contenitore è bello anche il contenuto ne guadagna in charme e popolarità.
Sono così amati, questi Torèt, che a Torino esiste anche una associazione che da anni li tutela, li mappa, li preserva, li digitalizza. Il suo nome è tutto un programma: i love toret.
L’associazione di promozione sociale i love toret è nata per costruire una coscienza comune intorno all’acqua pubblica. E lo fa attraverso eventi, iniziative sociali e merchandising rigorosamente a tema (borracce, bicchieri a soffietto, magliette e altre cose belle che si possono acquistare sullo shop del loro sito).
L’obiettivo è sensibilizzare quante più persone possibili sulla necessità di preservare e valorizzare l’oggetto iconico che ogni giorno dispensa a piene mani ai torinesi il bene più prezioso: l’acqua.
Chiunque, a Torino e non solo, può adottare gratuitamente e moralmente una delle 800 fontane che si trovano sulla mappa. Chi adotta un Torèt dovrà poi prendersene cura, controllando che sia sempre presente, che non venga danneggiato e che l’acqua esca regolarmente.
Qui non è una questione di soldi, è proprio una questione di amore.
I love toret negli ultimi anni ha animato Torino di bellissime iniziative: dai tour della città attraverso i Torèt all’operazione #toretdivino, con una fontanella che spillava vino nel pieno centro cittadino (e si sa che in Piemonte siamo particolarmente sensibili all’argomento), fino al progetto Campidoglio, che ha trasformato i Torèt in hub digitali in grado di fornire informazioni sul territorio.
E, dulcis in fundo, da tre anni nella splendida cornice di Porta Palazzo si organizza un grande torneo di calcio balilla non competitivo a coppie. Il prossimo è il 14 ottobre.
Salvate la data in agenda: noi ci saremo! E i primi classificati al torneo vinceranno un cesto di prodotti contadini dell’Alveare che dice Sì.
E cosa c’è di meglio di tanto cibo buono, da accompagnare all’acqua dei nostri splendidi Torèt?
Venite a trovarci! Potete iscrivervi al torneo a questo link.
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Perché a un nome piemontesissimo come i “toret” hanno aggiunto una parola inglese?E’ un assurdo essere sempre torturati da questi inglesismi che ci
pongono sempre come dei cretini che non hanno alle spalle una cultura
millenaria come invece abbiamo!