Il primo Alveare di Napoli nascerà nel Centro di Alimentazione Consapevole, un’associazione di promozione sociale nata l’8 marzo 2014. Non è solo un luogo in cui si possono imparare nuove ricette o prendere un aperitivo in compagnia di amici; quello che offre è un ambiente in cui le persone hanno la possibilità di apprendere i concetti fondamentali di un’alimentazione sana ed eticamente giusta attraverso diverse attività. Si possono seguire degustazioni di prodotti, sperimentazioni di nuove cucine e ascoltare consigli e suggerimenti di esperti del settore, in particolare quelli di Paola e Marina.
Rispettivamente nutrizionista e cuoca, sono due incredibili “superdonne” che, dividendosi tra impegni di vita quotidiana e di lavoro, hanno deciso di costruire insieme questo centro nella loro città.
Cosa vi ha spinto a voler creare il “Centro di alimentazione consapevole”?
“Il nostro pensiero è rivolto principalmente al consumatore. Siamo continuamente circondati e tempestati da prodotti di scarsa qualità reperibili al supermercato e molto spesso non conosciamo neanche quello che stiamo mangiando!
Ognuno di noi ha la possibilità di scegliere cosa mangiare e spesso quello che serve è solo qualche conoscenza in più. Noi consumatori abbiamo il potere nelle nostre mani, sta a noi saperlo gestire, anche per questo abbiamo voluto creare il primo Alveare di Napoli!”.
Il vostro impegno non si concentra solo in questo progetto. Per esempio tu sei impegnata nell’università e se anche una nutrizionista. Come fai a fare tutto?
“Devo ammettere che non è facile. Gli impegni non mancano mai (ad esempio ora sono sommersa di documenti da analizzare), ma quello che mi spinge è ben altro! Mi son sempre considerata una donna dall’animo sociale. Amo quello che faccio e insieme a Marina abbiamo formato un team incredibile.”
Come è iniziata la collaborazione tra voi?
“Ci siamo incontrate lavorando insieme in un precedente progetto, e da allora non ci siamo più lasciate; siamo indispensabili l’una per l’altra!
Arriviamo da un diverso percorso di studi: Marina possiede una laurea in Scienze Politiche all’Università degli Studi di Napoli Orientale, e una ricerca post-laurea in studi di genere, mentre io ho conseguito a Napoli una laurea in Scienze Biologiche e un Master al Dipartimento di Antropologia Culturale dello University College London in “Antropologia ed Ecologia dello Sviluppo”.
Abbiamo due background diversi ma ci accomuna una forte passione per l’alimentazione e la cucina.Aggiungerei che Marina è anche una mamma incredibile capace di conciliare lavoro e famiglia! “
Come vi siete avvicinate al nostro progetto?
“Diciamo che un piccolo Alveare l’avevamo creato inconsciamente tempo fa. Organizzavamo degli aperitivi presieduti sempre da un produttore diverso: in questo modo non solo capivamo come un prodotto veniva realizzato, ma era un modo per conoscere meglio chi lo produceva. Si andava ad instaurare un rapporto di fiducia e rispetto davvero importante!
Dopo qualche tempo siamo venute a conoscenza di questo progetto e ci siamo buttate a capofitto nella creazione del primo Alveare di Napoli! Abbiamo contattato produttori, cercato membri e ora siamo pronte ad iniziare la nostra avventura! La filosofia dell’Alveare si sposa perfettamente con la nostra. Dare un’alternativa al consumatore creando una spesa più sostenibile ed eticamente giusta che permetta di avvicinare produttore e consumatore è un obiettivo che ci accomuna.”
Pensi che l’Alveare di Napoli possa crescere e svilupparsi in fretta?
“Come tutte le grandi sfide, va presa come tale. Alla base di tutto ci dovrà essere una buona comunicazione. Le persone potranno essere spaventate o diffidenti nei confronti del moderno “acquisto online”: vedere il prodotto dal vivo è sicuramente molto diverso rispetto a procedere ad un acquisto virtuale. Ma non sarà sicuramente questo a fermarci, il primo Alveare di Napoli sarà un vero e proprio successo!”
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Brave, bravissime!! Da napoletana sono fiera di veder nascere proprio nella mia città natale questo splendido progetto. Non mancherò di far girar la voce tra le mie conoscenze partenopee. Bisogna essere solidali e dare appoggio concreto a queste nuove iniziative che potrebbero apportare una nuova sfaccettatura tra le mille già esistenti, bisogna crederci e bisogna impegnarsi. Tocca a noi farlo vivere e tenerlo in vita, siamo tutti implicati in questa scelta 🙂