A fare un giro per produttori c’è sempre tempo e soprattutto voglia.
Eccoci in macchina per percorrere quella distanza che ci premetterà di raggiungere le campagne lombarde, alla scoperta di posti esotici almeno quanto i suoi derivati. Esotici certo, e vi spiego anche perché.
Da quando ho cominciato a lavorare per l’Alveare che dice Si non riesco più a far la spesa al supermercato, io che da europea giramondo ero arrivata a comprare carne e salumi provenienti dalla cella frigorifera, oggi non riesco neanche a comprare il latte. L’altra sera avevo invitati a cena ed a causa del mio tanto girovagare non ho potuto rifornirmi al mio Alveare di zona e mi son trovata col frigo completamente vuoto ed un’ora di tempo a disposizione per poter trovare la cena per i miei invitati.
Sono corsa al supermercato per comprare una qualsiasi insalata, carne o chissà cos’altro e lì davanti quello stesso banco frigo, non ce l’ho fatta; era lì, pulita, immacolata, affiancata da carne e formaggi dai marchi riconoscibili eppure mentre il mio cervello cercava di far muovere la mano per agganciarne un sacchetto lei, la mano, sembrava posseduta, non voleva muoversi. Quell’insalata era triste, senza storia e soprattutto senza amore, portandola sul mio tavolo avrei solo contribuito a rendere la mia tavola senz’anima, e molto si potrà dire di me ma non che non tenga alla mia tavola. Chi ama la cucina come me lo capirà.
Alla ricerca di produttori, che possano addobbare tavole altrui con storie e passioni, ci vado sempre molto volentieri. Se non avete ancora avuto il piacere d’incontrare chi fa davvero della propria passione la passione di tutti, vi dico che nella maggior parte dei casi si tratta di personaggi dall’aria un po’ “bisbetica”, di chi sicuramente ha di meglio e di più importante da fare che passar con te ore per conoscere l’ennesimo progetto/proposta del momento che gli cambierà la vita, certo.
In realtà sono tutte persone splendide e ,sì lasciatemi pure generalizzare, non più abituati a dare importanza alla parola, fanno parlare i loro banchi al mercato: i prezzi, sempre troppo alti per il cliente di turno che al massimo si ferma ad acquistare ma sempre commentando quel centesimo di troppo.
Quanti di noi conoscono il nome del proprio verduriere?
Chi non è disposto a cambiare banco solo perché ha adocchiato che quello di fianco ha abbassato il prezzo. Certo la crisi, mi direte voi! Ma la crisi esiste per tutti, anche per quel banco che il prezzo più basso non può permetterselo semmai.
Dietro un banco al mercato c’è una storia e dietro questa storia, dietro ogni toma, ricotta di capra, formaggio stagionato c’è Claudio, Claudio Mapelli. E lui di storie ne ha tante da raccontare, anche quando dice che si annoia, anche quando sottolinea il fatto che lui è un formaggiaio e non un intrattenitore! Poi però… Chiedetegli del suo passato da agronomo, chiedeteglielo.
Alberto Negri, aveva voglia di scherzare invece. Io, no.
“Vediamo se te che tanto parli hai il coraggio di venir dentro”, ed io che ho l’orgoglio partenopeo che mi brucia nelle vene, avevo già un piede dentro la stalla.
“Sai vero che con una testata ti potrebbe uccidere? No, non passargli davanti, fai il giro, che i tori sono suscettibili, devi portargli rispetto!”
E chi glielo nega! Il tempo di qualche carezza, una foto da sola, e lui si gira e mi guarda: lui, il toro! Bon, era tempo di uscire di scena!
Chi dice che un produttore non sia esperto di contabilità e mezzi di comunicazione di massa non ha mai conosciuto Marco, la versione agricola di Steve Jobs, uno che in meno di dieci minuti aveva capito, studiato, valutato, analizzato ogni singolo cavillo del progetto, “Vi farò il mio miglior prezzo”, speriamo!
Ma di Marco ne abbiamo incontrato anche un altro, un po’ più pacato, un po’ più maturo, di quelli che sanno bene che si devono capire prima le persone e poi le parole che proferiscono, ecco perché ci ha portati a bere un caffè prima, prima di farci entrare in casa sua, e che casa!
In un week end così non si fa solo la conoscenza di produttori, ma anche di baristi, di cameriere indaffarate e chiassose, di panettieri e del profumo di pane che trovi in quelle boutique senza tempo, senza spazio.
Maurizio ci ha accolto con una professionalità impeccabile, tipica di un grand hotel di lusso, peccato ci si trovasse in un B&B trovato all’ultimo minuto, dal prezzo che si è già contenti se il letto c’è.
La premura di quest’uomo in ogni piccolissimo dettaglio lasciava un po’ perplessi, una volta vista la stanza poi i dubbi sono cominciati a divenir fondati e molteplici.
Marilyn era ovunque: sulla parete rosso fuoco sovrastante il letto, sotto la televisione, ad ogni parete, ma la cosa più inquietante era il comò. Bambole di ceramica antiche, foto di una pornostar dal seno bene in vista, il top è stato trovarsi due cornici, ovviamente laccate rosso fuoco, contenenti entrambe la foto-ritratto dei padroni di casa nel giorno del loro matrimonio, non tanto giovincelli si deve dire, a ricordare tale evento c’era anche il velo della sposa che sovrastava il tutto.
Non ho dormito molto bene, quello no.
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Wow….complimenti per questo dettagliatissimo articolo…!!!!! GRAZIE!!!