L’Alveare de La Malga in città. Anche le api amano il formaggio

Bruno e Marzia sono in partenza: con uno zaino carico di passione e buona volontà stanno per affrontare la grande avventura di essere Gestori dell’Alveare de La Malga in città.

Mi parlano di pascoli, di colline bresciane e di formaggi che selezionano e vendono nella loro “boutique del formaggio” aperta a Brescia  da tre mesi. Quello che ho ascoltato è però il racconto dell’amore per il territorio e il grande sogno di cambiarlo in meglio.

Per cominciare: Raccontateci un po’. Chi sono Bruno e Marzia?

Marzia: «Siamo compagni di vita prima di tutto dal 2009 e dal 2012 nasce la nostra passione di selezionare formaggi del nostro territorio. Quindi abbiamo deciso di aprire un’attività insieme dove cerchiamo di far apprezzare i prodotti del territorio».

Bruno: «Posso parlare io? Ti dico che tutta questa nostra esperienza di cui ti parlava Marzia ha avuto inizio con l’acquisto di tre capre. Il profumo del latte deriva dall’alimentazione quindi dal fieno che gli diamo. Il fatto di cominciare questa nuova esperienza, quindi il profumo del latte e del fieno ci ha in qualche modo stesi al tappeto. Era da troppo tempo che non scoprivamo simili profumi e aromi. Io lavoro in uno studio legale, Marzia ha sempre lavorato nell’ambito del commerciale. Non eravamo abituati a visioni e aromi bucolici. Non si poteva più tornare indietro e abbiamo iniziato a girovagare per la provincia bresciana (e non solo) alla ricerca di quelli che potevano essere formaggi di eccellenza. Quando parli di formaggi, di vino e di salumi alla fine racconti un territorio. Quelli dal 2012 in poi sono stati gli anni della curiosità e dell’approfondimento di quello che è il valore culturale dell’allevamento famigliare e della produzione».

Foto-alveare

Come mai avete deciso di aprire un Alveare e come procedono i lavori?

Bruno: « Abbiamo aderito al progetto perché riteniamo che sia vicino a quelli che sono i nostri valori, cioè offrire al consumatore un prodotto del quale si è in grado di raccontare la storia. L’Alveare riduce la filiera, richiede la presenza del Produttore e questo rispecchia la nostra filosofia. Gustare prodotti locali è una scelta di qualità, acquistarli è un concreto atto di sostegno all’economia locale».

Marzia: «La ricerca dei produttori è quasi terminata. Nel particolare ci sarà un produttore di frutta e verdura, uno di salumi, uno di zafferano, uno di piccoli frutti di bosco e marmellate della zona (uva spina, mora, ribes, lamponi). Stiamo aspettando le farine provenienti da diversi tipi di cereali!»

Come raccontereste la Malga in città a chi non ha avuto la fortuna di venirvi a trovare? 

Bruno:« E’ una specie di “formaggeria francese” , un luogo molto piccolo e intimo dove  attraverso i formaggi si racconta la storia dei personaggi che non hanno visibilità perché operano in montagna e sono una specie di resistenza casearia. Se potessi utilizzare una frase di Calvino che per me è emblematica e descrive la Malga: “Dietro ogni formaggio c’è un pascolo di un diverso verde, sotto un diverso cielo”.»

 Guardiamo al futuro: come immaginate il vostro Alveare?

«Speriamo che l’Alveare diventi il luogo in cui i Produttori e i Consumatori vivano esperienze sociali. L’Alveare e la Malga saranno un punto di condivisione e di discussione su temi legati ad agricoltura, allevamento, territorio. Ecco: l’Alveare sarà il luogo dove si possono acquistare prodotti genuini, ma anche il luogo della socialità

L’entusiasmo di Bruno e Marzia è coinvolgente ed è solo l’inizio di quella che sarà sicuramente una grande impresa alla quale potrete partecipare anche voi iscrivendovi a L’Alveare de La Malga in città.

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Riguardo a

Teresa Cavallo

Nasce tra taralli, friselle e calici di Primitivo pugliese. Cresce con il risotto alla milanese e le birre bevute in Colonne. Scopre la meraviglia del Castelmagno accompagnato dal Barolo, nei tramonti delle Langhe. Pedala tra i vicoli di Ferrara per trovare i veri cappellacci alla zucca fatti in casa. Dopo gli studi in Lettere Moderne, porta in giro per l’Italia i suoi libri preferiti e la passione per la gastronomia per approdare a Torino, all’Alveare che dice Sì!

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