Agroforestazione: stesso terreno, doppio vantaggio

Avete mai sentito parlare di agroforestazione? Oppure la praticate già?

Per chi non lo sapesse, l’agroforestazione (agroforestry) è un tipo di coltura integrata che unisce le tecniche dell’agricoltura tradizionale a quelle della gestione forestale, combinando piante legnose e perenni a colture erbacee e/o ad allevamento di animali, così da creare sistemi di uso del suolo più efficienti, produttivi, sani, diversificati e sostenibili.

Tecnica che, sviluppatasi a partire dall’esperienza pratica, ha numerosi vantaggi, come la salvaguardia delle risorse e della biodiversità. Una vecchia pratica naturale contadina fino a qualche tempo fa ma che, con le monocolture e l’intensivo sfruttamento dei terreni, è stata poi dimenticata.


Viva i contadini custodi, protettori della biodiversità 

Negli ultimi tempi però, l’agroforestazione è tornata all’attenzione di molti, al punto da suscitare particolare interesse da parte di università ed enti di ricerca. La coesistenza tra animali, coltivazione, boschi, frutteti e ortaggi si è ripresentata per diversi motivi a quello che è il mondo dell’agricoltura:

  • insufficienza di spazio coltivabile, che porta a non utilizzare ettari separati per la vigna e per l’allevamento, ma ad integrarli per risparmiare territorio, risorse e denaro;
  • integrazione del reddito degli agricoltori;
  • ricavo di prodotti salutari sempre nel totale rispetto ambientale.

Per comprendere meglio quello che è il concetto di agroforestazione, possiamo riportare alcuni esempi pratici rappresentati da due convivenze particolari: le oche nel vigneto e le galline nell’uliveto.

Allevamento free-range: dove le galline sono felici davvero


Le oche nel vigneto

Le oche, appena nate, vengono tenute in un ambiente naturale e protetto e nutrite con mangime biologico per circa un mese e mezzo per poi essere introdotte nelle vigne non appena i germogli delle viti sono maturi e poco appetibili.

Il vigneto diventa cosi luogo d’allevamento di questi animali che si muovono liberamente tra i filari, sondano il terreno andando alla ricerca di erbe ed insetti, concimano e consentono al contadino di abbattere il lavoro evitando l’utilizzo di falciatrici che prendono tempo e carburante.

Tra le vigne vengono piantati anche diversi cereali, come grano e orzo, perfetti per stimolare il loro lavoro e per integrare la loro alimentazione. Inoltre, la carne di questi animali, che pascolano all’aria aperta e mangiano biologico, è ottima perché molto magra, con un elevato livello di grassi omega 3 e di antiossidanti naturali.

Agroecologia: questa (bella) sconosciuta


Le galline nell’uliveto

Anche le galline rappresentano un vantaggio per gli agricoltori, ma questa volta tra gli ulivi.

I polli si cibano di insetti nocivi permettendo di limitare la crescita di erbe infestanti e dei polloni e razzolando liberamente smuovono il terreno ossigenandolo: effetti sicuramente positivi per l’uliveto biologico. Pure la carne delle galline allevate all’aria aperta tra gli ulivi è ottima, magra e ricca di omega 3, ferro e antiossidanti.


L’agroforestazione, dunque, si può definire come un sistema di gestione agricola integrata che porta a un utilizzo intelligente del terreno e delle sue risorse e che potrebbe rappresentare un’ottima alternativa alle monocolture.


Se ti piacciono i nostri articoli, clicca like sulla nostra pagina Facebook e per scoprire l'Alveare che dice Si! visita il nostro sito web

commenti

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *