Doggy bag: mangiare senza vergogna!

Questa estate sono andata in vacanza in Toscana.
Bella la Toscana, direte voi, tutti quei vigneti, quel mare, quei ristoranti carucci carucci con tante cose buone…
Ecco, appunto, ora vorrei sviscerare con voi un problema: così come tutti voi, io amo mangiare bene ma, in un tour de force delle osterie della bella Regione, mi sono trovata alcune volte a non finire i piatti.

Se fossimo stati negli Stati Uniti, non ci sarebbe stato problema, basta chiedere la Doggy Bag e tutto si aggiusta, ma in Italia, chiedere di portare a casa gli avanzi è ancora un tabù?

La risposta, purtroppo, è Sì. Nonostante Michelle Obama abbia di recente sdoganato la situazione e neanche una come Rihanna si lascia perdere l’occasione di portarsi a casa la bottiglia di vino non finita, in Italia la maggior parte delle persone considerano da “poveracci” chiedere gli avanzi del proprio pasto che, ricordiamoci, non solo abbiamo pagato, ma finirà anche in fretta nella spazzatura.

Secondo una ricerca di Coldiretti solo il 20% delle persone che frequentano i ristoranti chiedono di portar via i propri avanzi. Sarà, ma in questi 8 giorni ho visto solo una coppia insistere per portar via quello che non aveva finito e la propria bottiglia di vino ed, ovviamente, la coppia era per metà straniera.

In Italia però ci sono davvero moltissime iniziative che promuovono questa buona abitudine d’oltreoceano, abbiamo già parlato di Tenga il Resto che sta avendo un bel successo a Monza ed esistono servizi studiati appositamente per i ristoranti. Inoltre con Expo 2015 si ha anche a disposizione la versione “fashion” , sperando che per una volta la moda passeggera serva ad una buona causa.

Doggy bag e ristoranti

Uno dei problemi più grandi, comunque, rimane la disponibilità dei ristoratori stessi, più che la vergogna nel chiedere: a volte mi sono sentita dire “noi non lo facciamo” oppure “non abbiamo nessun contenitore” ho deciso di darvi qualche consiglio su come ribattere ed esigere la propria doggy bag…senza vergognarsi!

doggy-bag

1. La legge non ammette ignoranza
Se qualche ristoratore o cameriere si rifiuta di darvi legittimamente quello per cui avete pagato, sappiate che una Legge della Cassazione di Maggio 2014 obbliga ogni ristoratore a consegnare gli avanzi se richiesti.

2. “La fame che c’è in India…”
Quando ero piccola e non finivo quello che avevo nel piatto arriva dall’alto la frase “Ah..La fame che c’è in India…”. Così mio padre tentava di farmi capire che il mio spreco di cibo avrebbe potuto probabilmente sfamare un paese più sfortunato.
Si conta infatti che nei Paesi industrializzati vengono buttate 222 milioni di tonnellate di cibo ogni anno, la stessa quantità potrebbe sfamare l’intera popolazione dell’Africa Sub Sahariana.

3. La rete ci aiuta!
Se iniziare risulta traumatico, si possono cercare locali che sono già abituati a prestare questo tipo di servizio.
Qualche sito utile può essere Buta Stupa , osteria che soprattutto in Piemonte offre la possibilità di portare a casa la bottiglia di vino non finita e che in poco tempo è diventato pioniere del wine bag, anche il sito doggy-bag.it ha un buon elenco di ristoranti in cui si può trovare il servizio.

4. Basta un Tupperware!
Avete paura che qualcuno vi risponda “non abbiamo contenitori adatti”? Fregateli!
Portarsi un piccolo Tupperware in borsa, soprattutto per le donzelle, non peserà neanche un po’.
Ho visto ragazze andare in giro con tastiere usb per il computer in borsa (giuro, l’ho visto sul serio) , davvero un contenitore può pesare così tanto?

5. Possiamo dare il buon esempio…
Ci vergogniamo di chiedere la doggy bag perché semplicemente non siamo abituati: soprattutto noi figli degli anni ’80, cresciuti in un’epoca in cui “si stava bene” non abbiamo mai visto i nostri genitori chiedere al ristorante di portar via gli avanzi. Per questo dovremmo incominciare noi stessi, per far vedere ai nostri di figli che non solo si può fare, ma che non sprecare il cibo è un dovere.

Non vi abbiamo ancora convinto?
Vi consigliamo di guardare “Taste the Waste” un documentario sullo spreco alimentare che vi farà, probabilmente, cambiare idea.

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Riguardo a

Claudia Bonato

Diplomata in Grafica Pubblicitaria, mette per poco da parte il lato artistico per dedicarsi anima e corpo ai codici di programmazione. Si occupa dell'Assistenza Tecnica del sito alvearechedicesi.it e gestisce l'Alveare di Cuorgnè. Devota del movimento Zero Waste passa intere giornate a cercare di capire come salvare il mondo. http://www.alvearechedicesi.it

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